Chicco Testa
L'Unità 5 novembre 2016
La Leopolda un po’ rimane movimento,
un po’ è diventata un’istituzione
La prima Leopolda non l’ho
frequentata, non per mancanza di curiosità, ma perché mi sembrava
fuori luogo intrufolarmi nello spazio dei rottamatori, strizzando
l’occhio e ammiccando. Appartengo a un’altra generazione
politica, che onestamente non ha dato grandissima prova di sé. Ha
lasciato lo spazio pubblico di questo Paese in condizioni peggiori di
quelle che aveva ricevuto in eredità. Punto.
È il caso che si faccia un po’ da
parte, limitandosi, solo se richiesti, a qualche buon consiglio. Il
primo dei quali lo darei ai miei coetanei, noti e meno noti, che non
vogliono prendere atto né dei loro fallimenti né del fatto che i
tempi sono cambiati. Come riservisti forse possiamo essere utili, ma
per la prima linea «manca il fisico», come dice spesso Bersani. Che
però non si ascolta. Successivamente, quando le cose si sono
assestate, ci sono stato. Non so quanti dei frequentatori della
Leopolda siano iscritti al Pd e quanti iscritti al Pd frequentino la
Leopolda.
Spero tanti, ma non ne sono sicuro. So
per certo che ho visto lì una quantità di energia di cui si era
persa traccia negli stanchi riti della sinistra. Si dicono anche
diverse fesserie, ma almeno con la scusante del principiante, che
cerca di prendere le misure al mondo. E onestamente non tante di più
di quelle dette nelle nostre sezioni in epoche ormai lontane. Molti
di quei ragazzi o ex ragazzi hanno oggi grandi responsabilità e la
Leopolda un po’ rimane movimento, un po’ è diventata
un’istituzione. Un passaggio sempre difficile. Buon lavoro.
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