Fabrizio Rondolino
L'Unità 2 novembre 2016
Iniziative in Sicilia con l’ex leader
del Pd
Leggiamo su Repubblica: “La notizia,
nelle locandine degli incontri siciliani, non è affatto nascosta.
‘Riforme e democrazia: le ragioni del No’, recita il manifesto
del dibattito di Siracusa.
Ancora più esplicito quello che
annuncia l’evento di Ragusa: ‘Riforma costituzionale e legge
elettorale: le ragioni del No’. Sono i titoli che precedono la
visita di Pier Luigi Bersani in Sicilia, in programma il 7 novembre.
E che lasciano prevedere il lancio in grande stile di una aperta
campagna contro la riforma da parte dell’ex segretario del Pd”.
La coerenza di Bersani – il leader
superfavorito in tutti i sondaggi che “non vinse” le elezioni del
2013, non riuscì a far eleggere i propri candidati al Quirinale, non
riuscì a formare un goveno con Grillo e infine fu costretto a
dimettersi dalla segreteria del Pd – è un esempio illuminante
dello stile preferito dall’oligarchia conservatrice, messa
nell’angolo da Renzi e pronta a tornare al potere nel caso in cui
grillini e leghisti vincessero il referendum.
Nel corso dei due anni abbondanti di
dibattito parlamentare, Bersani ha sempre votato a favore della
riforma Boschi: tre volte personalmente alla Camera e altre tre
volte, per interposto Gotor, al Senato, anche dopo l’approvazione
in via definitiva dell’Italicum.
Lo scorso 2 maggio, mentre a Firenze
Matteo Renzi apriva la campagna per il Sì, da Bologna Bersani
assicurava: “Abbiamo votato sì alle riforme e votiamo sì al
referendum, purché non venga fuori un sì cosmico contro un no
cosmico. Stiamo parlando di precise modifiche della Costituzione, non
di nuovi scenari politici”.
Ospite di Giovanni Floris, Bersani
aveva poi spiegato agli italiani perché voterà Sì: “Perché
penso che comunque correggere il bicameralismo sia un fatto
importante, perché lì dentro ci sono alcune cose buone.
Nell’insieme, nella somma algebrica del più e del meno, è un
passo avanti”.
Che cosa è successo dopo l’estate?
L’unico fatto politico significativo è stata la disponibilità di
Renzi a modificare l’Italicum, proprio come Bersani aveva chiesto.
Ma nel momento stesso in cui Renzi s’è detto d’accordo a
discutere una nuova legge elettorale, Bersani ha replicato di non
credere agli asini che volano. Però ha aggiunto che in nessun caso
farà campagna per il No, pur rispettando chi nel Pd vorrà farla.
Ora il nuovo cambio di casacca, forse
perché i sondaggi sono prevalentemente favorevoli al No e
l’occasione di far fuori Renzi e il governo non è più una
possibilità remota. Ai molti voti dei grillini e dei leghisti
Bersani ha dunque deciso di aggiungere anche i pochi di cui
dispongono i suoi sodali, con l’unico obiettivo di abbattere il
governo del Pd. Complimenti vivissimi.
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