sabato 28 marzo 2020

IL PAPA, MATTARELLA, MACRON E SALA

Mario Fappani
Hanno detto cose che non dimenticheremo.

Papa Francesco, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il presidente francese Emmanuel Macron, il sindaco di Milano Beppe Sala. Il Corriere di oggi è fatto delle loro parole: ciascuno nel suo ruolo, hanno detto cose che non dimenticheremo.
Il Papa ha implorato Dio di "svegliarsi", di aiutarci nel nostro mare agitato. Ha aggiunto che non è il tempo del Suo giudizio "ma del nostro: il tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa".
Mattarella ha strigliato l’Europa: non tutta, perché istituzioni come la Banca centrale e la Commissione stanno facendo il loro dovere, ma quella dei governi: i governi del Nord, che non vogliono aiutare quelli del Sud.
Macron ha espresso gli stessi concetti, e lanciato un monito duro: "Se l’Europa può morire, è nel non agire".
Sala ha pianto la generazione che stiamo perdendo, quella che aveva ricostruito Milano e il Paese. Ha spiegato come intende ripartire. E ha detto quello di cui tutti ci siamo accorti: la sanità lombarda, decantata per anni, va ripensata.
Tra giovedì e ieri sono morte quasi mille persone: 969, un record. Gli esperti, come il il direttore dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro, ci esortano però a guardare il quadro complessivo: "Non abbiamo raggiunto il picco e non siamo in una fase calante ma ci sono segnali di rallentamento. Le misure adottate stanno sortendo i loro effetti e ci aspettiamo di arrivare al picco in questi giorni".

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