venerdì 13 marzo 2020

Bravo Giorgio


Giorgio Gori
Ho trovato un momento di pausa e vorrei dedicarlo a chi sta in carcere. Ai detenuti e chi lavora per la loro sorveglianza. C’è in generale il rischio di dimenticarcene e a maggior ragione in questi giorni difficili in cui, paradossalmente, ognuno di noi sperimenta cosa possa voler dire – con tutte le differenze del caso – trovarsi reclusi.
Noi stiamo chiusi nelle nostre case e usciamo solo per necessità. Ai detenuti, a causa dell’epidemia, sono state sospese le visite. E’ stato deciso a loro tutela – è facile immaginare le conseguenze se il virus dovesse penetrare dentro le mura di un carcere – ma molti hanno reagito male. Molti di loro hanno mogli o mariti e figli a casa e sono preoccupati, come tutti. Nelle carceri di diverse città hanno reagito molto male, ci sono state violenze e purtroppo diversi morti. Non a Bergamo, per fortuna, dove i detenuti hanno scelto la via del dialogo con le autorità di sorveglianza. E anche per questo – per esprimere loro l’apprezzamento per questa scelta di contotta pacifica e costruttiva – mi sono reso disponibile ad incontrarli.
Mi hanno accolto in una saletta, alla presenza della Direttrice della Casa Circondariale e del personale di sorveglianza: una quindicina di detenuti in rappresentanza delle diverse sezioni. Mi hanno letto e consegnato due documenti, uno indirizzato alle istituzioni politiche e in primo luogo al Ministro della Giustizia Bonafede, l’altro – contenente alcune istanze più puntuali – al Presidente del Tribunale di Sorveglianza. Ne hanno spiegato il contenuto, mostrando di capire bene l’emergenza a cui tutti stiamo facendo fronte e le ragioni delle retrizioni a cui sono stati sottoposti. Ma mi hanno chiesto attenzione, e riconoscimento del loro essere cittadini come gli altri, con la loro umanità e il loro diritto alla salute.
Chiedono che il Tribunale di Sorveglianza applichi le disposizioni – vigenti – che ad alcuni di loro consentirebbero di tornare a casa, o di scontare la pena ai domiciliari. Non mi addentro in questo campo, che non mi compete. Ma voglio ringraziarli per la cortesia con cui mi hanno accolto e per il senso di responsabilità testimoniato dai loro comportamenti e dalle loro parole.
Nelle prossime ore faremo recapitare alla Casa Circondariale di via Gleno otto computer, regalati dal nostro fornitore GLOBO, con i quali sarà possibile realizzare dei “colloqui telematici” tra i detenuti e i loro familiari, sperando che questo brutto momento finisca presto.

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