mercoledì 4 marzo 2020

ciao Giuan

Alessandro Benevolo
GIANNI LANDI
È mancato l'altra notte Gianni Landi, operaio, sindacalista, politico bresciano nelle file (di sinistra) della DC. È stato quello che oggi chiameremmo un tessitore di rapporti tra chi occupava posizioni politiche e la società civile, in particolare col mondo del lavoro. Me lo ricordo spesso a colloqui con mio padre o mio suocero insieme col povero Gervasio Pagani o con Riccardo Imberti. Militavano in quella DC "di sinistra" che proveniva o manteneva rapporti con il mondo operaio, da una "cellula" della provincia ovest. Rovato, Chiari, Coccaglio e dintorni. Mi ricordo nitidamente il contrasto tra un aspetto vagamente francescano e certe impuntature sanguigne, la sua voce perentoria che zittiva spesso tutti e anche qualche errore di percorso all'epoca della disputa sulla segreteria locale tra martinazzoliani e prandiniani che fece perdere le staffe ad un solitamente imperturbabile Luigi Bazoli. Ma su tutto ricordo la sua incrollabile convinzione donmilaniana dell'idea collettiva del fare politica, una passione vera e non strumentale a qualcosa. La terra ti sia lieve Gianni. In questo mondo in cui la politica sembra ridursi a un match tra incursori e guastatori ci mancherà un pontiere come te



Mario Fappani
UN COMMOSSO ADDIO.
Un addio commosso ad una grande anima di cattolico-democratico come il carissimo amico GIANNI LANDI che ci ha lasciato ieri sera.
Da lui ho imparato che il servizio della politica, come insegna San PaoloVI, “ è la più alta forma di carità “.
Lo penso in paradiso a conversare amabilmente e con grande rispetto con l’anima mite del ribelle per amore Michele Capra, il maestro di tanti giovani degli anni sessanta, come me e discutere con passione con l’indimenticabile Gervasio Pagani.
Che la terra ti sia lieve, uomo vero, di cristallina onestà e innamorato dei principi di giustizia sociale, protagonista di tante difficili battaglie a difesa della dignità dei lavoratori delle fabbriche bresciane, la tua Om in primo luogo, e del valore assoluto di ogni vita umana, nel solco della tradizione e del patrimonio culturale del personalismo Cristiano di Maritain e Mounier.

Sandro Albini
Ho conosciuto Nanni a 17 anni nella casa del curato di S. Eufemia Don Guerino. Con Urbano e altri amici abbiano partecipato ad un incontro promosso per stimolare all'impegno i giovani. Poi ci siamo incrociati spesso nelle Acli, nella Lega Democratica della quale era leader carismatico assieme a Luigi Bazoli. Sua la indicazione della candidatura di Cesare Trebeschi a Sindaco di Brescia. Un uomo solido, cresciuto in fabbrica, che ha segnato la vita politca, sociale sindacale della città. Generoso, disinteressato (non volle mai rivestire cariche pubbliche pur meritate), anche spigoloso (ricordo ancora lo scontro con Mario Faini al congresso Acli del 1961). Abbiamo condiviso tanti percorsi, trovandoci anche in qualche caso su diverse rive. Alcuni anni fa lo incrociai chiedendogli come mai non si sentisse la sua voce sui vari temi della vita politica e sociale. Mi rispose che il mondo era ormai cambiato e già (scherzosamente) ne aveva combinate più di Bertoldo in quello che conosceva. Fa parte di quelle persone conosiute delle quali è caro conservare il ricordo.

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