Enrico Capizzi
L'Unità 8 dicembre 2016
Sono stanco di perdere, dopo una
giovinezza passata ad assistere alle vittorie della Dc credevo di
aver trovato con Matteo Renzi un leader concreto, ma evidentemente
alla maggioranza degli italiani questo non piace
Ho deciso: non voterò più. E questo è
il sentimento anche dei miei familiari. Sono talmente deluso da
stare male. Ho rivissuto le nottate passate da giovane alla
Sezione del Partito, davanti ad un vecchio televisore
.Immancabilmente vinceva la DC e noi a rosicare, nonostante
l’impegno, la campagna elettorale porta a porta. Ma allora ero
giovane ed era più facile digerire le sconfitte. Adesso non più.
Renzi mi aveva ridato entusiasmo,
vedevo una politica concreta, che decideva. Evidentemente alla
maggioranza degli italiani non piace. Ed allora non voterò più:
not in my name. Per prima cosa non voterò più alle Primarie
del PD. Pensavo di aver contribuito ad eleggere un segretario ed una
classe dirigente che guidassero un Partito unito, coeso, teso agli
stessi obiettivi. Ed invece no.
La parte che ha perso il Congresso ha
cominciato, da subito, a seminare di mine il percorso, sperando
che su una di queste mine il Segretario saltasse per aria. Ha
cominciato da subito l’azione di logoramento, a rosicchiare il
cranio (la sindrome da Conte Ugolino) del Segretario. Credo
che siano stati loro i primi a parlare di “uomo solo al
comando” ,uno dei principali argomenti usati dal Fronte del No
per terrorizzare la gente (ho sentito personalmente qualcuno
sostenere che “se vince il Sì arriva la dittatura”).
Com’era prevedibile, la vittoria del
No viene ascritta a Grillo, a Salvini, in parte a Berlusconi
(che probabilmente ha impedito la frana verso il Sì di quel che
resta del suo partito, pur sempre vicino al 15%). Del resto, basta
fare i conti: insieme sommano circa il 60% dei votanti,
esattamente la percentuale di coloro che hanno scelto il No.
Gli elettori di Sinistra italiana
e quelli del PD che hanno seguito Bersani, sono stati semplicemente
sostitutivi di quelli dei predetti tre partiti che invece hanno
scelto il Sì. Cioè, non determinanti: ed infatti nessuno li
considera fra i vincitori.
Ed anche la narrazione sull’arroganza
di Renzi ha origini interne: ricordo ancora la Direzione del PD
durante la quale Cuperlo lo accusò di “coltivare l’arroganza
del Capo”. Renzi è arrogante? Certo, nessuno può sostenere
che sia umile, che abbia una personalità arrendevole. Ma, vivaddio,
ha le qualità del leader, di un leader che decide, che rifugge
le mediazioni infinite, le discussioni senza fine,
autoreferenziali, di chi si guarda l’ombelico.
Del resto, se non fosse uno che
decide, si sarebbero, in mille giorni, approvate tutte le leggi
e le riforme che il Parlamento ha approvato? La sinistra
interna, si guardi l’elenco, con onestà intellettuale. Quali sono
le leggi che la sinistra dem considera “in continuità con la
politica di Berlusconi”? Forse gli ecoreati? Le unioni civili?
lo spreco alimentare? il caporalato? la pubblica amministrazione? il
terzo settore? l’autismo? il dopo di noi? la parziale modifica
della legge Fornero?
E’ necessario continuare?
Non credo. Bersani e Speranza si riguardino la lunghissima lista di
tutto quello che nei
passati mille giorni questo Premier “arrogante”e”uomo solo al comando” è stato in grado di fare approvare. Lo so, loro ribattono con il mercato del lavoro e la buona scuola. Io non sono d’accordo con le loro valutazioni, ma un discorso approfondito sarebbe troppo lungo. Alcune “scene” mi hanno particolarmente infastidito durante e dopo la campagna referendaria.
passati mille giorni questo Premier “arrogante”e”uomo solo al comando” è stato in grado di fare approvare. Lo so, loro ribattono con il mercato del lavoro e la buona scuola. Io non sono d’accordo con le loro valutazioni, ma un discorso approfondito sarebbe troppo lungo. Alcune “scene” mi hanno particolarmente infastidito durante e dopo la campagna referendaria.
Due di queste riguardano Roberto
Speranza, l’aspirante leader senza quid.
1) La partecipazione ad una
manifestazione per il No con De Magistris. Proprio lui, il Masaniello
de noantri, quello che considera Renzi un nemico da abbattere,
il raffinatissimo ex PM (che orrore i giudici e gli ex giudici che
si comportano da ultra del calcio) che con raffinata eleganza ha
minacciato più volte Renzi, intimandogli di non andare a Napoli
(tutti ricordiamo il “si deve cagare addosso”), il fomentatore di
centri sociali e cobas violenti contro il Premier che andava ad
avviare il risanamento di Bagnoli. Proprio con lui Speranza
doveva manifestare per il No?
2) I sorrisi e gli abbracci di
trionfo con D’Alema ( che, nell’ebrezza del trionfo ha
chiaramente espresso uno dei motivi di risentimento, nei
confronti di Renzi: dopo una decina di legislature, la colla e la
voglia di poltrone erano ancora troppo solide ) dopo la
vittoria del No.
Mai visto che una parte del Partito
facesse campagna contro la posizione ufficialmente espressa (e
ancora non ho capito i motivi di dissenso sul merito della riforma) e
che festeggiassero così la sconfitta del proprio Segretario. Io
penso che la minoranza di Bersani, in realtà, volesse pesarsi
alle urne (suggerimento dello stratega D’Alema?) in vista di una
eventuale scissione o per contare di più nella battaglia
interna in attesa del prossimo Congresso.
L’esito non dovrebbe essere
brillantissimo se è vera l’analisi dei flussi che ritiene che solo
l’8% degli elettori
PD abbia votato contro (ed in gran parte, penso, più per amore verso la vigente Costituzione che per assecondare i giochetti di corrente).
PD abbia votato contro (ed in gran parte, penso, più per amore verso la vigente Costituzione che per assecondare i giochetti di corrente).
Ed allora, considerato che votare per
le Primarie è inutile, perché il Congresso del Partito non finisce
mai,
non voterò più alle Primarie. E non voterò neanche alle Politiche. Il Popolo italiano vuole tenersi il bicameralismo paritario? Vuole tenersi il caos dei rapporti con le Regioni? Vuole tenersi i 63 Consiglieri del CNEL? Vuole tenersi 315 Senatori con le stesse funzioni dei Deputati? Vuole tenersi i finanziamenti dei Gruppi al Senato e nei Consigli regionali? Vuole tenersi gli stipendi sproporzionati dei Consiglieri regionali? Va bene così, ma poi non voglio sentir parlar male nessuno di quelli che hanno votato No delle suddette cose.
non voterò più alle Primarie. E non voterò neanche alle Politiche. Il Popolo italiano vuole tenersi il bicameralismo paritario? Vuole tenersi il caos dei rapporti con le Regioni? Vuole tenersi i 63 Consiglieri del CNEL? Vuole tenersi 315 Senatori con le stesse funzioni dei Deputati? Vuole tenersi i finanziamenti dei Gruppi al Senato e nei Consigli regionali? Vuole tenersi gli stipendi sproporzionati dei Consiglieri regionali? Va bene così, ma poi non voglio sentir parlar male nessuno di quelli che hanno votato No delle suddette cose.
Il Popolo italiano pensa che sia
in grado di governare il Paese una banda di furbi
incompetenti, telecomandati da un Comico ( che spaccava a
martellate i computer prima che qualcuno gli facesse capire
che la rete poteva essere un miniera d’oro) e da una Società
immersa nell’opacità (altro che uno vale uno, altro che
trasparenza) ? Va bene così, ma non per conto mio, not in my
name.
Il Popolo italiano pensa che possa fare
il Presidente del Consiglio un giovanotto senza arte né parte,
mediocre studente universitario, che oltre allo staff della
comunicazione necessiterebbe di avere accanto una maestra che
gli spieghi la coniugazione e l’uso del congiuntivo e la differenza
tra verbi transitivi ed intransitivi? Va bene così e buon
divertimento.
Il Popolo italiano è così immaturo da
farsi abbindolare dalla propaganda che vuole fare considerare
establishement e casta uno che è appena arrivato e non è neanche
parlamentare? Va bene così, evviva il Popolo sovrano.
Il popolo italiano è così
irriconoscente da dimenticare così in fretta i benefici, in tema di
diritti sociali ed in termini economici (basti pensare agli 80
euro,all’abolizione della TASI, ai posti di lavoro creati, ai
centomila insegannti in ruolo, al PIL tornato positivo, allo sviluppo
del turismo e delle esportazioni, a quello che si sta
realizzando nel campo dei beni culturali (alla faccia degli storici
dell’arte ed archeologi improvvisatisi costituzionalisti), a
tutte le leggi sui diritti sociali e civili ? Va bene così, ma non
in mio nome.
Il Popolo italiano ritiene che debba
andare a casa un Premier che sta conducendo tenaci battaglie in
Europa e che ha ridato dignità al nostro Paese nei rapporti
internazionali? Va bene così. Ma non in mio nome.
Matteo non mollare, se tu non molli,
chissà, forse potrei anche ripensarci e tornare a votare.