"La mia è la
generazione che ha costruito sulle macerie, ed erano macerie
materiali e morali. Ma proprio come tra le macerie il costruttore
deve essere capace di distinguere tra cosa può ancora essere
utilizzato per realizzare il nuovo edificio e cosa invece vada
definitivamente abbandonato, così la storia del nostro Paese ci
insegna che anche nella vita delle nostre istituzioni non sempre ci
sono state la sufficiente capacità o l’adeguata volontà di
distinguere tra le pietre davvero utilizzabili e quelle ancora fin
troppo legate ad un catastrofico passato.
Cosa si poteva e si
doveva fare? Cosa si può e si deve fare il giorno dopo la
catastrofe? Credo sia importante pensare al terzo giorno, perché
questo è già «in nuce» nel modo in cui si sceglie fra le macerie
durante il primo e nel modo in cui si comincia a costruire durante il
secondo…
Io da vecchissimo quale sono credo che anche oggi i giovani abbiano di fronte a sé la disponibilità di diffuse macerie dentro le quali distinguere il materiale da scartare e le pietre da riutilizzare. E credo che davvero per le giovani generazioni ci sia gloria e posto per tutti nella costruzione non tanto di un astratto «Diritto dopo la catastrofe», quanto di una città concreta. La loro città”.
Grazie ancora, Cesare.
Io da vecchissimo quale sono credo che anche oggi i giovani abbiano di fronte a sé la disponibilità di diffuse macerie dentro le quali distinguere il materiale da scartare e le pietre da riutilizzare. E credo che davvero per le giovani generazioni ci sia gloria e posto per tutti nella costruzione non tanto di un astratto «Diritto dopo la catastrofe», quanto di una città concreta. La loro città”.
Grazie ancora, Cesare.
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