venerdì 17 aprile 2020

Ai giovani


"La mia è la generazione che ha costruito sulle macerie, ed erano macerie materiali e morali. Ma proprio come tra le macerie il costruttore deve essere capace di distinguere tra cosa può ancora essere utilizzato per realizzare il nuovo edificio e cosa invece vada definitivamente abbandonato, così la storia del nostro Paese ci insegna che anche nella vita delle nostre istituzioni non sempre ci sono state la sufficiente capacità o l’adeguata volontà di distinguere tra le pietre davvero utilizzabili e quelle ancora fin troppo legate ad un catastrofico passato.
Cosa si poteva e si doveva fare? Cosa si può e si deve fare il giorno dopo la catastrofe? Credo sia importante pensare al terzo giorno, perché questo è già «in nuce» nel modo in cui si sceglie fra le macerie durante il primo e nel modo in cui si comincia a costruire durante il secondo…
Io da vecchissimo quale sono credo che anche oggi i giovani abbiano di fronte a sé la disponibilità di diffuse macerie dentro le quali distinguere il materiale da scartare e le pietre da riutilizzare. E credo che davvero per le giovani generazioni ci sia gloria e posto per tutti nella costruzione non tanto di un astratto «Diritto dopo la catastrofe», quanto di una città concreta. La loro città”.
Grazie ancora, Cesare.

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