Chicco Testa
L'Unità 23 febbraio 2016
Come al tempo degli indiani
metropolitani le uniche due cose che non contano sono “che cosa
vuol dire” e “a che cosa serve”
“La sinistra vince sulla tecnica e
sul marketing se si trasforma in connessione sentimentale, in
racconto performante capace di incidere sui bisogni, capace di
mettersi in ascolto dei desideri”. Non so chi abbia scritto
materialmente queste limpide parole, contenute in uno dei documenti
preparatori dell’assemblea chiamata “Cosmopolitica”’, da cui
dovrebbe nascere la nuova super sinistra italiana. Un po’ Deleuze /
Guattari, un po’ D’ Annunzio, un po’ Nietzsche, un po’
Casaleggio. Manca solo la “macchina desiderante e libertaria”.
Come al tempo degli indiani metropolitani le uniche due cose che non
contano sono “che cosa vuol dire” e “a che cosa serve”. E per
fortuna in un altro punto del documento si scrive che “al centro
della scena non possono stare parole svuotate di senso” .
Naturalmente non manca la “’piattaforma digitale “e la lotta
alla casta, ‘portata avanti’ con grande rigore da parlamentari e
consiglieri, che tali sono praticamente dalla nascita.
C’è già stato un leader in Italia
che ben aveva capito cosa era la macchina desiderante e la
connessione sentimentale. Si chiama Silvio Berlusconi, abilissimo nel
sostituire la realtà con un mondo virtuale, il Parlamento con la Tv.
L’unico vero erede dell’immaginazione al potere. “Schizoanalisi”
avevano battezzato questo fantasmagorico scoppiettio di parole, negli
anni ‘ 70, i nuovi filosofi francesi nel tentativo, mica tanto
riuscito, di distruggere l’inconscio e il povero Freud. Ci riprova
la super sinistra qualche decennio dopo, ma non sono sicuro che la
seduta psicoanalitica di Cosmopolitica abbia centrato l’obbiettivo.
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