Fabrizio Rondolino
L'Unità 21 febbraio 2016
Come rifare la sinistra più a sinistra
della sinistra con il ceto politico di sempre.
Chissà a chi è venuto in mente di
chiamarla “Cosmopolitica”, e perché. Cosmonauti erano gli
astronauti sovietici, che partivano dal cosmodromo di Bajkonur
cercando invano di arrivare sulla Luna prima degli americani. Oggi la
Luna è più vicina, il desiderio più prossimo: rifare per
l’ennesima volta la sinistra-più-a-sinistra della-sinistra
(un’operazione cosmetica, dacché il ceto politico è sempre lo
stesso), sconfiggere il Pd, disarcionare Renzi. Poi si vedrà: forse
edificare finalmente il socialismo in un paese solo, forse ritornare
in Parlamento nonostante il fascistissimo Italicum (è sufficiente il
3%).
Fatto sta che “Cosmopolitica” è il
titolo del convegno che si concluderà oggi con l’intento di
avviare la “fase costituente” del nuovo partito –
provvisoriamente intitolato “Sinistra italiana” – che, a
dicembre, dovrà raggruppare la maggioranza di Sel oggi controllata
da Nicola Fratoianni (la minoranza è nel Pd da tempo) e una parte
della minoranza del Pd, quella che fa capo a Stefano Fassina e
Alfredo D’Attorre, con la benedizione (e la malcelata aspirazione
alla leadership) di Sergio Cofferati e in attesa che i Bersani e i
D’Alema si decidano a compiere il grande passo. Mancano però
all’appello il partito di Pippo Civati, “Possibile”, e
Rifondazione comunista, di cui peraltro Sel è stata una costola. Di
un’altra costola di Rifondazione, il Partito dei comunisti
italiani, sembrano essersi perse le tracce. In compenso il Partito
comunista di Marco Rizzo corre da solo per il Campidoglio. Il campo
dei rivoluzionari è dunque assai affollato, e assai più diviso che
in passato: un motivo in più per “aprire un processo costituente –
spiega Fratoianni – con l’obiettivo, entro l’anno, di arrivare
al congresso fondativo di un’unica forza politica”.
La “Leopolda con l’eskimo”,
secondo la felice definizione dell’Huffington Post, era iniziata
con una giornata di riflessione nel corso della quale professori,
giornalisti e sindacalisti si sono avvicendati a spiegare quanto il
mondo sia orribile e destinato a peggiorare ancora, secondo il
modello retorico del marxismo scolastico, che invocava ad ogni
sospiro il crollo inevitabile del capitalismo. Il catastrofismo è
parte essenziale della subcultura che ha attraversato la sinistra dal
’68 in poi (e che il Pci ha sempre strenuamente combattuto in nome
di Marx e soprattutto di Gramsci); ne consegue che i problemi non
possono e non debbono essere risolti, perché il bene è nemico del
meglio e la concretezza è nemica dell’utopia. L’esito,
inevitabile, è il romanticismo rivoluzionario: “La sinistra vince
sulla tecnica e sul marketing – si legge nel documento preparatorio
di “Cosmopolitica” – se si trasforma in connessione
sentimentale, in racconto performante capace di incidere sui bisogni,
capace di mettersi in ascolto del desiderio”. Ieri l’assemblea si
è divisa in 24 gruppi tematici, e oggi tornerà in seduta plenaria
per la discussione politica: “Si parte, per cambiare l’Italia”.
Per cominciare, però, bisogna cambiare il Pd: anzi, abbatterlo.
Tutte le battaglie dei prossimi mesi hanno infatti come unico
obiettivo il partito di maggioranza: referendum anti-trivelle,
candidati alternativi al Pd in tutte le maggiori città (anche a
Milano, se prevarrà la linea di Fratoianni e Cofferati), promozione
di due referendum abrogativi del Jobs act e della Buona scuola, “no”
al referendum sulle riforme costituzionali. Resta da capire chi farà
il leader, cioè come si comporrà l’equilibrio non facile fra quel
che resta di Sel e la pattuglia di ex-Pd, e se la spunterà
Fratoianni o Fassina. Ma è in piena attività anche Cofferati, forte
di una carta esclusiva: l’età. Già, perché i nuovi miti della
nuova sinistra sono due vecchietti, Corbyn e Sanders, e così l’ex
leader della Cgil può sorridere soddisfatto: “Nulla va mai
escluso”. “A che ora è la rivoluzione, signora? – chiedeva
Vittorio Gassman a Stefania Sandrelli in una strepitosa scena della
Terrazza – Come si deve venire? Già mangiati?”
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