Fabrizio Rondolino
L'Unità 26 gennaio 2016
Il grande fotografo dice ad alta voce
le vere motivazioni del No al referendum
E finalmente qualcuno ci dice la verità
sul referendum istituzionale: la riforma del Senato non è
affatto male, ma Renzi è antipatico e dunque bisogna votare “no”.
La sorprendente rivelazione, che ha il merito di chiarire senza
ulteriori dubbi le ragioni politiche dello scontro in atto, è
al centro di una fondamentale intervista di Oliviero Toscani al
Fatto.
Il buon Travaglio non deve averla
apprezzata troppo – la verità è sempre sgradevole – e l’ha
confinata in un taglio basso di pagina 6, negandole quel
richiamo in prima che pure le spetterebbe di diritto.
Ma le parole di Toscani ci sono tutte,
e meritano di essere lette e conservate.
Questa riforma è giusta?, chiede
l’intervistatore. “Secondo me sì. Però – risponde il
grande fotografo – mi verrebbe quasi voglia di votare no, per
far sloggiare questo giovane vecchio”. Le ragioni del “no”,
prosegue, avranno senz’altro un loro fondamento (ma Toscani non
riesce a citarne nemmeno una), ma “sono complicate da
spiegare”, e quindi è meglio lasciar perdere: non c’è
altra scelta se non “raccogliere gli incerti, spingendoli a votare
contro l’antipatico”.
Toscani ha perfettamente ragione: “dare
addosso al reuccio” è la parola d’ordine che unisce Zagrebelski
e Brunetta, Salvini e Travaglio, in un livido girotondo che
prescinde completamente dal merito della riforma per
concentrarsi sull’unico obiettivo condiviso: eliminare
l’anomalia renziana, riportare la politica all’inconcludenza che
ha consentito a governanti incapaci e oppositori chic di
prosperare negli anni senza mai combinare nulla.
Bravo Toscani: conoscevamo già la
verità, ma leggerla sulle pagine del Fatto ci riempie di
una particolare soddisfazione.
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