Giorgio Gori
News 03 21 dicembre 2017
Avrete letto anche voi
dell’ordinanza con la quale per tutto il periodo festivo il sindaco
di Como ha vietato nel centro storico l’accattonaggio e i bivacchi
– che vuol dire chiedere la carità e dormire per strada. Questo
per tutelare “la vivibilità e il decoro del centro urbano”. E i
vigili, che non possono certo rifiutarsi, sono già intervenuti,
impedendo ad un gruppo di volontari di offrire la colazione ad un
gruppo di senzatetto che dormono all’addiaccio.
Ecco, io credo che di fronte a
notizie come questa non possiamo rimanere indifferenti. Perché
la crisi ha colpito duro, anche qui in Lombardia. Per strada oggi
dormono e chiedono la carità i migranti come anche, in tanti casi,
padri di famiglia separati che non ce la fanno ad andare avanti, chi
ha perso un lavoro e la casa. Che poi sono le stesse persone che
secondo la retorica salviniana oggi “dormono in automobile” e
che, se italiani, andrebbero aiutati. A Como il sindaco li aiuta
scacciandoli dal centro storico e multandoli – e tutto questo per
ragioni di vivibilità e decoro. E’ Natale e nei giorni dello
shopping si arriva a trattare la povertà come colpa, come fastidio,
e la solidarietà come atto illecito.
Per me il Natale è diverso, la
Lombardia è diversa. So che tante voci comasche si sono levate per
chiedere al sindaco un atto di ripensamento. E soprattutto che tante
persone attive nel volontariato si stanno organizzando, come tutti
gli anni, per accogliere chi è in difficoltà in modo che possa
vivere un Natale dignitoso. Leggo che la Caritas diocesana
organizzerà per i poveri il tradizionale pranzo di Natale. Io sono
con loro. E a loro dico grazie perché mostrano il cuore generoso e
l’umanità di una grande città lombarda come Como.
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