Gianni Riotta
Tantissimi docenti universitari vanno spiegando in questi giorni le
ragioni del loro voto contro la riforma costituzionale, in lunghi
appelli, lunghi libri, lunghi documenti, lunghe conferenze e comizi
(anche le note a piè di pagina sembrano lunghette). Li leggo con
ammirazione e rispetto, sempre pronto a imparare per poi poter votare in
coscienza e senza pregiudizi o settarismi. Nel frattempo, mentre studio
e mi informo, leggendo quelle prose sterminate, quei paragrafi alluvionali,
quei riferimenti boriosi senza mai un filo di didattica, penso di non
sapere se davvero quei regesti influenzeranno il No che sponsorizzano.
Ma di certo sono prove monumentali della crisi della nostra università,
conclamata purtroppo da ogni classifica e confronto internazionali, per
noi ormai sempre spietati. Vedete? Si impara sempre qualcosa nello
studio, se non magari quel che cercavate a prima vista.
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