Novembre 2018
Nasce a Brescia Centopiazze
Uno spettro si aggira per l’Europa. È un sentimento – ostile al progetto europeo – che si nutre di
insoddisfazione, rabbia sociale, impossibilità di vedere, nell’attuale assetto, una reale comunità di valore che si fa
garante del benessere, della sicurezza e del futuro dei cittadini. Un sentimento che in maniera sempre più estesa
nel nostro continente si traduce, alle urne, in voti a favore di compagini sovraniste e populiste che possono minacciare
concretamente l’idea stessa di Unione Europea e mettere in discussione quella di democrazia.
CENTOPIAZZE è un progetto che intende creare uno spazio di confronto aperto reso fecondo
dall’incontro di persone alla ricerca di una nuova idea di futuro, meno esposta ai rischi di chiusura, di paura e di
rassegnazione.
La politica è l’arte dell’immaginare il futuro e i mezzi per realizzarlo, pratiche che richiedono studio e speranza.
CENTOPIAZZE si propone di dare evidenza alle migliori esperienze sociali e culturali proprio per favorire la
conoscenza e alimentare la speranza, ispirandosi alle tradizioni del cattolicesimo democratico e alle forze
riformiste che hanno contribuito alla crescita civile del nostro Paese e del nostro territorio.
Come una piazza (luogo della politica per eccellenza) sarà sede di relazione e incontro, ma anche luogo di
lavoro (che è, insieme, una priorità e un metodo) e di memoria.
Abbiamo però scelto di declinarla al plurale per amplificare l’idea di apertura e fluidità a cui ci sta abituando il nostro
tempo. Lo facciamo per trarne gli aspetti positivi: varietà, dinamismo e allargamento degli orizzonti, anche
geografici, verso quelli europei.
La discussione, l’approfondimento e l’organizzazione di eventi pubblici saranno gli strumenti per la creazione
di relazioni e la riscoperta della dimensione autenticamente popolare dell’impegno politico.
CENTOPIAZZE è una scommessa che nasce in un momento difficile per l’Italia e per i nostri territori. Anche
in un’epoca che pare aver accelerato il passo, esistono processi lunghi, che richiedono tempo, come quelli della
tessitura di una cultura politica. Essere in grado di guardare oltre al presente, non cedendo alla rassegnazione, è
ciò che ci ha spinto a metterci in piazza.
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