Attilio Caso
13 agosto 2016
"Sebbene in ritardo colpevole,
devo descrivere l'emozione straordinaria vissuta alla visita del
Floating Peers. Come non vedere in questa installazione un'ideale
prosecuzione delle sublimi intuizioni del maestro Michelangelo
Antonioni, rivolto a descrivere l'incomunicabilità in un mondo già
devastato dai primi segni del neoliberismo, che sarebbe sfociato
nell'Italiamondo berlusconsista e velinista? I colori, i contrasti, i
paesaggi liquidi e l'isola, a rappresentare la solitudine dell'uomo
davanti alla feroce corsa del patto delle forze antiumaniste del più
bieco neofordismo, hanno commosso il mio cuore.
Christo ha messo in scena un'utopia:
l'afflato verso la costruzione di ponti che resistono alla volontà
di isolare che si respira in questa nostra Italia
neoalessiamarcuzzista, in cui trionfano i bignardismi e sono messi da
parte eroi della resistenza come Luca Mercalli e Massimo Giannini,
ultimi argini alla deriva autoritaria, che questa svolta renzista
impone senza democrazia al nostro paese, che sarebbe ansioso invece
di finanziare trasmissioni che non vede nessuno, per il gusto leggero
di lasciarle cantare nel coro antirenzista a prescindere.
Devo tuttavia esprimere tutto il mio
disagio e il mio disappunto: Christo ha preferito realizzare questa
opera in una provincia in cui Renzi ha preso il 70% al congresso, in
quanto ivi gli ultimi baluardi della sinistra come i dipendenti
pubblici e i pensionati non sono maggioranza come in Calabria o,
soprattutto, nella mia Puglia. Come non immaginare il Floating Peers
tra Peschici e le Tremiti, a voler celebrare una regione fondata
sulla sinistra migliore, la pizzica e l'ulivo rigoglioso? Tutto
avrebbe avuto un profumo di libertà e Mediterraneo, di auto in
doppia fila e di pedoni che non attraversano mai sulle strisce.
Soprattutto, non sarebbe stato circondato da un continuo
scorrere di auto verso il lavoro, ciclisti verso un traguardo e
pazienti verso strutture ospedaliere funzionanti, tipici di una
Brescia, di una Franciacorta e di un Sebino succubi della dittatura
fiorentinista.
Pensavo proprio a tutto questo oggi,
davanti al mio mare Adriatico, sdraiato al sole a riposare dopo il
mio quotidiano combattere contro le derive autoritarie insieme a
guerrieri vivaci come Roberto, Pippo, Stefano, Paolo, Miguel e
Gianni.
Stasera, aspettiamo Luca e Massimo,
Norma, Lilli, Pippo, Stefano, Bianca e Steven Universe, prossimo al
taglio dalle reti di cartoni per il suo opporsi ad un mondo in cui si
discrimina la diversità in nome del boschismo. Mangeremo sgagliozze,
spaghetti allo scoglio e zuppa di pesce, innaffiati con verdeca. Poi,
Miguel ci descriverà gli emendamenti alla riforma della Pubblica
Amministrazione, in particolare quello che resiste alla volontà,
tutta boschista e cirinnaista, di vietare ai professori di prima
fascia di dedicare le dottorande che collaborano con Luciano e Miguel
a prepararci la cena e lavare i piatti volontariamente per arricchire
il proprio curriculum scientifico."
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