Stefano Cagelli
L'Unità 29 agosto 2016
L’incontro tra il senatore a vita e
il premier per parlare della strategia alla base del grande piano di
ricostruzione e prevenzione.
“L’emergenza attuale è il primo
tassello strettamente inserito in un progetto di lungo termine.
Parliamo di un intervento di 50 anni e su due generazioni. Parliamo
di tutti gli Appennini, la spina dorsale dell’Italia, da nord a
sud“. A parlare è Renzo Piano, senatore a vita, il più
famoso architetto italiano, che ha incontrato Matteo Renzi a
Genova per parlare di quella che deve essere la strategia, la visione
alla base del grande piano integrato di ricostruzione e di
prevenzione che il presidente del Consiglio ha già ribattezzato
‘Casa Italia’.
“Per i sopravvissuti che hanno perso
le case – ha detto Piano in un’intervista concessa a Federico
Rampini di Repubblica – bisogna operare con cantieri leggeri, che
non allontanino le persone dai luoghi dove vivevano, che si potranno
smontare e riciclare in seguito”. Ma questo è solo il primo passo
di una strategia molto più ampia e complessa.
“Si deve agire con la massima urgenza
per mettere a norma antisismica gli edifici pubblici. Ma la
stragrande maggioranza sono privati. Qui si sa come intervenire:
incentivi, sgravi fiscali, come già fatto nel campo energetico”.
Accanto a questo, però, va fatto un lavoro di tipo culturale,
legislativo: “Bisogna saper intervenire – dice Piano – nei
passaggi generazionali, quando la casa dei nonni passa in eredità.
Deve entrare in modo permanente nelle leggi del paese l’obbligo di
rendere antisismici gli edifici in cui viviamo“.
E a chi parla di mancanza di risorse
pubblica, Renzo Piano non le manda a dire: “E’ un luogo comune,
le risorse ci sono eccome. E’ evidente che il Patto di Stabilità
europeo consente flessibilità straordinarie per calamità atroci
come questa, quando sono in ballo le vite umane, la sicurezza
nazionale”. Inoltre, aggiunge, “non dimentichiamo che tutti i
soldi spesi sono investimenti che generano ricchezza: oltre a salvare
vite umane danno lavoro a tante imprese”.
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