L'Unità 22 giugno 2016
Romano Prodi in un’intervista a
Repubblica commenta il risultato elettorale e il quadro
internazionale
Parlando a Repubblica dal suo
ufficio di Bologna Romano Prodi commenta il risultato elettorale e
analizza ciò sta succedendo ai partiti e alla politica, più in
generale alla classe dirigente.
“Alle grandi forze politiche
nazionali manca un’interpretazione della storia e del presente”
dice il Professore che avverte anche sul rischio del
logoramento. “Cambiare politiche, non solo politici. Se non
cambiano le politiche, il politico cambiato si logora anche in due
anni”. E’ la sintesi della ricetta messa in campo.
Prodi sottolinea come non esista un
progetto per uscire dalla crisi e che la personalizzazione della
politica sia la prima risposta alla crisi. “La gente vota i
politici perché spera che cambino le cose, la personalizzazione è
un riflesso. Infatti in queste elezioni hanno vinto dei volti
sconosciuti. La personalizzazione non regge se non cambia le cose, o
non dà almeno la speranza concreta di poterle cambiare”.
L’ex premier si sofferma anche sul
quadro internazionale strettamente legato a quello italiano: “Non
basta guardare il voto di questa o di quella città. C’è un’ondata
mondiale, partita in Francia, ora in America. Lo chiamano populismo
perché pur nell’indecifrabilità delle soluzioni interpreta un
problema centrale della gente nel mondo contemporaneo: l’insicurezza
economica, la paura sociale e identitaria”.
E sulle ragioni della vittoria dei
Cinque Stelle, spiega che “Hanno risposte emotive e confuse,
semplici motti specifici su angosce specifiche, via gli immigrati,
punire le banche, ma neanche una riga che spieghi come potrebbero
fare. Ma il loro vantaggio è un altro: sanno adattarsi alle paure.
Questi movimenti nascono in genere molto di parte, orientati,
partigiani. Hanno un certo successo poi si fermano, perché le loro
soluzioni mostrano un limite ideologico. E allora si allargano da
destra a sinistra e da sinistra a destra”.
Infine delinea la direzione da
seguire: “Progetto e radicamento popolare. Il cambiamento
possibile, fatto entrare nel cuore della gente. Il solo ad averlo
capito è papa Francesco”.
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