Rudy Francesco Calvo
L'Unità 18 dicembre 2015
Al Consiglio europeo, il premier
italiano torna all’attacco della Germania: la scintilla è il fondo
per salvare i risparmiatori delle banche fallite.
È un Matteo Renzi che gioca ancora
all’attacco quello che si è presentato alla seconda giornata del
Consiglio europeo in corso a Bruxelles. Dopo aver accusato ieri il
ruolo di primus inter pares che sta giocando indebitamente la
Germania, oggi il premier italiano ha avuto un vivace scambio di
battute con la Cancelliera Merkel sulle questioni economiche, a
partire da quelle che riguardano il salvataggio delle banche. “Non
potete raccontarci che state donando il sangue all’Europa, cara
Angela”, avrebbe detto il presidente del Consiglio, secondo quanto
riferisce chi partecipava alla riunione.
La scintilla che ha acceso lo scontro è
il completamento dell’unione bancaria, uno dei temi sul tavolo del
Consiglio oggi. In particolare, i capi di Stato e di Governo si
trovano a discutere del cosiddetto ‘terzo pilastro’, cioè lo
schema di assicurazione europea dei depositi che, tanto per fare un
esempio, avrebbe consentito un intervento più efficace a tutela dei
risparmiatori colpiti dal recente fallimento delle quattro banche
italiane.
“Perché la Germania si oppone?”, è
stata la domanda di Renzi. Una posizione, quella italiana, che tra
l’altro sta trovando sempre più sostenitori al tavolo europeo, a
partire dalla Francia, ma anche altri, come Portogallo, Grecia e
Ungheria. E perfino i Paesi baltici hanno avuto da ridire sulle
posizioni tedesche. Tanto che la soluzione caldeggiata dal nostro
Paese era stata inizialmente inserita nello schema di conclusione dei
lavori del Consiglio, ma è stata poi cancellata.
Merkel oggi si è limitata a
riconoscere che le diverse emergenze intervenute nel frattempo hanno
impedito una discussione sulla questione bancaria, ma senza fare
alcun passo avanti. Ed è a quel punto che è scattato il battibecco
con Renzi, che ha ricordato alla Cancelliera come il suo Paese non
avesse certo da piangere di fronte ad alcune scelte imposte
recentemente all’Europa, a partire dal salvataggio greco (che ha
consentito alle aziende tedesche di acquistare gli aeroporti delle
isole elleniche), per finire con il raddoppio del gasdotto
NorthStream, a scapito di SouthStream, sul quale si concentrano
invece gli interessi italiani.
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