Mario Lavia
L'Unità 14 marzo 2017
La politica di oggi non può non capire
che ci sono anche giuste esigenze d’immagine
E’ verissimo, come sostiene Giuditta
Pini, che solitamente alla discussione generale su una legge (dunque
quando non sono previste votazioni) le aule parlamentari sono
deserte. Infatti tempo fa ci fu chi propose di abolirle proprio,
queste discussioni generali, ed entrare subito nel merito degli
articoli: ma non se ne fece niente e la discussione generale è
rimasta.
Ora, nessuno pretende la presenza dei
630 deputati (o dei 300 del Pd, visto che la relatrice della legge,
Donata Lenzi, è del Pd e forse avrebbe meritato qualche applauso in
più) ma insomma su un tema delicatissimo come il testamento
biologico – atteso da anni! – qualche sforzo si poteva e si
doveva fare. E l’argomento che era lunedì proprio non regge –
anzi, è controproducente – perché se c’è una cosa che fa
imbestialire gli italiani è la scusa dell’impegno sul territorio
che i parlamentari profonderebbero il lunedì.
Si dice che il Parlamento non può
farsi carico delle esigenze delle telecamere. Che non è una ribalta
televisiva. Ma come si fa a non capire, al giorno d’oggi, che
una politica che non tiene conto delle necessità dell’immagine è
una politica autoreferenziale e schizzinosa? Come si fa a non capire
che le scene tv dell’aula vuota alimentano demagogia e
qualunquismo? Un clamoroso esempio di questa autoreferenzialità
l’hanno dato ieri i deputati di tutti i partiti, populisti e non
populisti, destra e sinistra: un pessimo esempio di unità nazionale.
Nessun commento:
Posta un commento