Fabrizio Rondolino
L'Unità 16 maggio 2016
Mattarella dovrebbe “fermare”
Renzi? Il Fatto rilancia frasi davvero impossibili da commentare
“Mattarella ora fermi Renzi” è il
titolo di apertura del Fatto di oggi. Perché dovrebbe farlo? Perché,
leggiamo nel sommario, “il referendum di ottobre non si svolgerà
democraticamente se verrà fatta circolare l’idea che è
l’ultima spiaggia”.
Chi l’ha detto? Il presidente emerito
della Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelsky al Salone del
Libro di Torino.
Il Fattone non sa come prendere queste
affermazioni. Qui di solito si scherza, si gioca, ci si prende
in giro, qualche volta ci si arrabbia. Ma oggi proprio non sappiamo
che dire.
E dunque continuiamo a leggere le
dichiarazioni attribuite a Zagrebelsky, in attesa che ci venga
un’idea.
L’Emerito attribuisce al premier una
“forma di pressione, per non dire ricatto”. E si
rivolge preoccupato al Capo dello Stato “affinché dica al
presidente del Consiglio che chi governa non può legare la sua
sorte all’esito del referendum costituzionale” perché “ci va
di mezzo la democrazia”.
Il Fattone continua a non trovare
parole. Pensavamo che il referendum, previsto dall’art. 138 di
quella Costituzione che l’Emerito sostiene di conoscere, fosse una
scelta altamente democratica, forse la più democratica di tutte
perché coinvolge direttamente i cittadini italiani.
Pensavamo che un leader politico che
subordina la propria permanenza al governo ad un voto popolare
su un punto cruciale del proprio programma fosse un esempio
da additare. Pensavamo che il Presidente della Repubblica
dovesse vigilare sulle violazioni della democrazia, non sul suo
inveramento. E pensavamo anche che un presidente emerito della Corte
Costituzionale misurasse le parole, ne conoscesse il significato,
sapesse insomma di che sta parlando.
E invece l’Emerito ha rovesciato il
mondo come un calzino e dal suo mondo alla rovescia ha dettato
la nuova Carta: votare è plebiscitario, fare campagna per il Sì è
un ricatto, trarre dal voto le conseguenze politiche che quel
voto implica è una truffa, dimettersi in caso di sconfitta è
un colpo di Stato.
Mattarella dovrebbe impedire il
referendum, se non ci riesce dovrebbe comunque impedire al
premier di difendere le ragioni della sua riforma, e se a
ottobre vincesse il No dovrebbe mandare i corazzieri a Palazzo
Chigi per impedire a Renzi di dimettersi.
E niente, oggi è andata così: lo
spazio è finito e il Fattone è tuttora senza parole.
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