Ecco la lista dei grandi
debitori insolventi di Mps
di Carlo Festa e Fabio
Pavesi
gennaio 2017
Nella lista nera dei
grandi debitori morosi, che hanno affossato Mps portandola a cumulare
47 miliardi di prestiti malati, ci sono nomi eccellenti dell’Italia
che conta. Dai grandi imprenditori, agli immobiliaristi, al sistema
delle coop rosse fino alla giungla delle partecipate pubbliche della
Toscana. Il parterre è ecumenico sul piano politico.
Centro-sinistra, Centro-destra pari sono. Del resto per una banca
guidata per decenni da una Fondazione espressione della politica era
quasi naturale l’arma del credito come strumento di consenso e di
scambio.
Siena e quei 18 miliardi
di valore bruciato
Tra i protagonisti di
spicco più emblematici, come ha ricostruito Il Sole24Ore, figura
sicuramente la famiglia De Benedetti e la sua Sorgenia. Emblematica
per dimensioni e per quel ruolo innaturale che ha svolto Mps. La
Sorgenia si è indebitata per 1,8 miliardi con il sistema bancario.
La sola Mps, chissà come, si è caricata di ben un terzo di quel
fardello. Seicento milioni erano appannaggio del solo istituto senese
che ha fatto lo sforzo più ingente rispetto al pool di 15 istituti
che avevano finanziato la società elettrica finita a gambe all’aria.
I De Benedetti capita l’antifona della crisi irreversibile non si
sono resi disponibili a ricapitalizzare come da richiesta delle
banche. Alla fine il «pacco» Sorgenia è finito tutto in mano alle
banche che hanno convertito l'esposizione creditizia in azioni. E Mps
si ritrova ora azionista della Nuova Sorgenia con il 17% del
capitale. Per rientrare dal credito prima o poi, occorrerà risanare
la società e venderla. Oggi Sorgenia è tra gli incagli di Mps. Non
solo, nel 2015 la banca ha svalutato i titoli Sorgenia per 36 milioni
di euro.
IL PIANO INDUSTRIALE CHE
DOVRÀ ESSERE RIVISTO
Proiezioni finanziarie previste dal piano industriale 2016-2019. Dati in milioni di euro (Fonte: Mps)
Proiezioni finanziarie previste dal piano industriale 2016-2019. Dati in milioni di euro (Fonte: Mps)
Ma Mps da anni si porta
dietro (insieme ad altre banche) anche la fiducia accordata a Luigi
Zunino. L’ex immobiliarista rampante cumulò debito con il sistema
bancario per 3 miliardi. Tuttora la sua ex Risanamento è
inadempiente con Mps che ha, sempre nel 2015, svalutato titoli in
portafoglio per 11,6 milioni. Tra i grandi incagli di Siena ecco
spuntare anche un altro nome di spicco.
È Gianni Punzo azionista
di peso di Ntv e patron e ideatore dell’interporto di Nola, la
grande infrastruttura logistica del meridione. Da tempo la Cisfi, la
finanziaria che sta in cima al complesso reticolo societario è in
affanno per l’ingente peso debitorio. Anche qui le banche Mps in
testa hanno convertito parte dei prestiti in azioni. Mps è oggi il
primo socio della Cisfi sopra il 7% (con Punzo al 6,1%).
Anche la Cisfi Spa che
recepisce la crisi dell’interporto di Nola è un incaglio per Mps
che ha titoli in pegno svalutati anch’essi per 11 milioni a fine
del 2015. Ed ancora la ex banca di Mussari deve tuttora metabolizzare
il disastro della BTp, il general contractor della ditta
Bartolomei-Fusi, che aveva in Verdini un grande sponsor, protagonista
più delle cronache giudiziarie recenti che di quelle economiche.
Dal dissesto del
contractor delle grandi opere toscano è rinata la Fenice Holding.
Anche qui Mps se la ritrova in portafoglio in virtù dei prestiti non
ripagati. Tra gli immobiliaristi come non citare Statuto che ha visto
pignorato il suo Danieli di Venezia su cui Mps (con altri) aveva
ingenti finanziamenti.
Banche, trasparenza e il
dovere della verità
E c’è il capitolo
amaro della Impreme della famiglia di costruttori romani Mezzaroma
che hanno portato i loro guai in casa Mps. E poi residua a bilancio
dal 2007 il disastroso progetto immobiliare abortito di Casalboccone
a Roma eredità dei Ligresti che vede Mps azionista (in cambio dei
crediti non pagati) con il 22% del capitale. Il capitolo Coop vede
Mps protagonista della ristrutturazione del debito di Unieco.
Tra i dossier immobiliari
c’è il finanziamento di alcuni fondi andati in default: come un
veicolo gestito da Cordea Savills, finanziato con eccessiva leva da
Mps, che aveva in portafoglio gli ex-immobili del fondo dei
pensionati Comit. Ma Mps ha finanziato anche alcuni dei fondi di Est
Capital, società finita in liquidazione che gestiva il progetto del
Lido di Venezia.
E infine c’è il
capitolo della partecipate pubbliche. Mps è inguaiata con pegni o
titoli in Scarlino Energia; Fidi Toscana; Bonifiche di Arezzo;
l’Aeroporto di Siena e persino le Terme di Chianciano. La banca si
ritrova a fare l’imprenditore di società in crisi quando avrebbe
dovuto solo fare la banca.
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