Non servono
operazioni di maquillage, non bastano cambi di nome. È necessario lanciare
segnali concreti di rinnovamento delle classi dirigenti, della modalità stessa
di fare politica e di costruire il rapporto con i cittadini e la società
civile, a partire dalla riforma della legge elettorale e dalla questione
morale.
La tentazione di
molti giovani è quella di ritirarsi a guardare, di nascopndersi dietro la
maschera dell’autonomia delle associazioni o di esaurirsi in qualche impegno
della società civile.
Qualcuno propone
ai cattolici l’unità attorno alla difesa dei “valori irrinunciabili”. Ma le
ricerche sociologiche rivelano che questi temi non bastano e non sono sempre al
primo posto, neppure per i cattolici. I temi economici e di protezione sociale sono
diventati quelli che interessano di più, perché non si vede la fine della crisi
economica e finanziaria. L’occupazione e l’economia sono diventati i temi
prioritari per l’agenda politica, sia a livello nazionale che locale.
È in questo
quadro che si inserisce la crisi politica. Nella storia del nostro paese non si
è mai raggiunto l’attuale livello di sfiducia nei confronti della politica.
I cattolici
impegnati soffrono la situazione più degli altri e diventano vittime di uno
scarso orientamento all’impegno. L’incertezza coinvolge quasi la metà degli
elettori e gli stessi cattolici praticanti e impegnati sembrano attoniti
nell’attesa di una qualche alternativa praticabile.
Ma come si può fare
rinascere la speranza se anche le associazioni, i “corpi intermedi”, le agenzie
di trasmissione dei valori sono in crisi?
La maggioranza
degli italiani teme che la presenza della Chiesa nella politica italiana sia
eccessiva, ma sono anche convinti che i valori cattolici debbano essere
affermati con più forza, per costruire un “pavimento etico” condiviso da tutti.
Il paese aspetta
risposte e cerca parole ragionevoli. Il protagonismo del laicato – come
sintetizza Domenico Rosati - si è affievolito dopo la fine della Dc. Si è
passati in modo indolore dalla cultura della mediazione (Bachelet) alla culture
della presenza (Giussani) che ha conferito alla gerarchia un ruolo politico,
con una perdita forse irreparabile di spirito profetico. E i laici cristiani -
singoli e organizzati - sono sempre in attesa di…direttive.
Ma se aguzziamo
lo sguardo non mancano segni di ripresa persino negli insuccessi delle recenti elezioni
regionali e nazionali, nonostante i drammatici errori fatti in occasione
dell’elezione del presidente della repubblica.
Uno di questi
segni, dopo l’esperienza delle primarie, è la mobilitazione per il Patto civico
di Ambrosoli.
Siamo consapevoli
che tutto ciò va valorizzato. “Fare politica – ha scritto Ambrosoli - non è
amministrare il presente, bensì costruire il futuro, anche da posizioni di
minoranza. Ho deciso di mantenere il mio impegno sul territorio, tenendo
insieme tutti coloro che con me vogliono continuare ad impegnarsi perché sanno
che la democrazia si costruisce giorno per giorno, non solo al momento delle elezioni”.
C’è bisogno cioè
di raccogliere le energie, soprattutto quelle giovanili, anche là dove c’è
diffidenza per i partiti tradizionali.
Attorno ai
candidati giusti abbiamo saputo mobilitare tante persone, giovani e donne che
hanno ritrovato il gusto dell’impegno civico e politico, attratti da un
messaggio di pulizia e di speranza.
Dobbiamo essere
capaci di andare al di là del «bacino originale» di consenso per restituire il
desiderio di partecipazione alla vita politica a coloro che l’avevano perduta.
La proposta di
Ambrosoli è stata in gran parte percepita come una realtà al di sopra del
sistema dei partiti convenzionali, capace di farsi interprete e punto di
sintesi di una pluralità di aspettative, bisogni e disagi che hanno trovato un
elemento unificante nella richiesta di legalità, rispetto e valorizzazione del bene
comune.
Con il metodo di
una “politica scalza e fatta per passione”, intendiamo dare vita ad un blog di
riflessione e di confronto che da una parte ci tenga in collegamento e che,
dall’altra, faccia crescere il desiderio di incontri veri, periodici, tra
persone che pensano e parlano di politica e preparano iniziative necessarie per
far nascere e crescere classe dirigente sul territorio.
Nessun commento:
Posta un commento