Così
è anche per la nostra città, che si presenta all’appuntamento elettorale dopo
cinque anni di governo di una giunta di centrodestra, e può dunque interrogarsi
sugli esiti di questa esperienza.
Non
credo mi faccia da velo la mia appartenenza politica se dico che la città è
rimasta sostanzialmente insoddisfatta, quando non delusa, dall’amministrazione
uscente.
Un’amministrazione
che aveva ereditato il governo sulla scorta dell’esaurimento politico della
stagione delle giunte Corsini, arrivate a fine mandato un po’ stanche e sfilacciate,
e che peraltro non è riuscita a dare alla propria azione un indirizzo preciso,
chiaro e comprensibile.
La
città ha vissuto questi ultimi anni dentro una crescente sensazione di declino,
cui non è certamente estranea la condizione complessiva del paese, ma che si è
avvertita anche in ragione dell’approssimazione, spesso della superficialità, e
degli appuntamenti mancati che hanno caratterizzato la giunta Paroli.
Basta
scorrere l’elenco dei titoli degli errori e delle scelte incoerenti e improvvisate:
dal bonus bebè alla pensilina di Piazza Rovetta, da Brixia Sviluppo al Parco
dello Sport, da Artematica alla querelle del Bigio.
Due
soli, di fatto, gli obiettivi conseguiti: l’inaugurazione della metropolitana,
e il nuovo Piano di Governo del Territorio.
Ma
mentre il primo è l’esito di scelte amministrative ben risalenti nel tempo, e
all’amministrazione di centrodestra va solo riconosciuto il merito di non
averne ostacolato il completamento, il secondo costituisce il frutto di scelte
largamente opinabili e censurabili, essendo ispirato ad un modello di sviluppo
della città datato, anacronistico e in conflitto con le necessità più evidenti
e attuali.
Che
dunque la città meriti un cambio di passo credo sia opinione abbastanza
diffusa.
Ed è
anche piuttosto evidente, se solo si considera che le opposizioni
all’amministrazione attuale si sono moltiplicate in questi anni, essendo
cresciuti accanto al Partito Democratico movimenti civici
e liste diverse tutte accomunate dalla voglia di contribuire a invertire la
tendenza al declino, a ridare quello scatto di vivacità e progettualità che
oggi mancano.
Ma
non c’è dubbio che se i movimenti civici rappresentano la spia della voglia di
riscatto dei bresciani, è attorno al Partito Democratico, al suo candidato
Sindaco, alle sue competenze ed energie, alla sua presenza capillare nel
tessuto della città che si può immaginare di costruire l’alternativa vera al
sindaco uscente.
Il
Partito Democratico ha costruito la sua credibilità in questi anni di
opposizione ferma, dai toni a volte un po’ sopra le righe ma sempre ostinatamente
legata al merito dei problemi, mai pregiudiziale e, attraverso argomentazioni e
ragioni delle proprie posizioni, ha saputo delineare una idea di sviluppo
diverso e alternativo, che costituisce di fatto la strada e la traccia della
proposta che viene messa a disposizione della scelta dei cittadini.
Un’idea
che parte dalla considerazione che una città è oggi tanto più moderna quanto
più riesce a coniugare sviluppo economico e beni ambientali, che la congiuntura
economica pesante che ci è dato vivere si combatte con il coraggio delle
scelte, salvaguardando l’efficienza e i livelli di assistenza del nostro
sistema di welfare, risparmiando sui costi organizzativi della macchina
comunale, puntando sulla sostenibilità complessiva delle decisioni,
coinvolgendo il ricchissimo tessuto economico e sociale della nostra città per
occasioni di sviluppo economico, culturale e civile.
Su
questi obiettivi, certamente ambiziosi ma che rispondono all’altezza della sfida
che la nostra città ha di fronte a sé, è stata costruita l’alleanza attorno al
Partito Democratico e a Emilio DelBono, e sono fiducioso che queste elezioni ci
metteranno nelle condizioni di mettere alla prova del governo i nostri talenti
e le nostra capacità.
On. Alfredo
Bazoli
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