«La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile. Bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità».
(Piero Calamandrei, Discorso sulla Costituzione, 1955)
foto del giorno
venerdì 31 maggio 2013
Fughe
la Stampa 31/05/2013
Fughe, di Mattia Feltri
Presi come siamo dalle grane quotidiane, la crisi economica, le riforme costituzionali, il governo delle larghe intese eccetera, ci dimentichiamo spesso del vero dramma del paese: la fuga dei cervelli. Per fortuna ieri ne ha parlato il presidente della Repubblica, molto preoccupato della «perdita secca dell’Italia». L’angoscia è tale che ieri si è a un certo punto sparsa la voce che fosse fuggito anche il cervello di Grillo. Invece, povero piccolo, si era solo perso.
Fughe, di Mattia Feltri
Presi come siamo dalle grane quotidiane, la crisi economica, le riforme costituzionali, il governo delle larghe intese eccetera, ci dimentichiamo spesso del vero dramma del paese: la fuga dei cervelli. Per fortuna ieri ne ha parlato il presidente della Repubblica, molto preoccupato della «perdita secca dell’Italia». L’angoscia è tale che ieri si è a un certo punto sparsa la voce che fosse fuggito anche il cervello di Grillo. Invece, povero piccolo, si era solo perso.
giovedì 30 maggio 2013
Brescia... si cambia!
Da un po’ di anni in
qua, anche alle elezioni amministrative presentarsi alle elezioni da
sindaco in carica, invece che costituire un vantaggio, rappresenta un
handicap, come avviene ormai da tempo a livello nazionale, dove
nessuna maggioranza, dal 1994 in poi, è mai stata confermata
all’elezione successiva.
Anche il primo turno
delle elezioni amministrative di Brescia appena celebrate ha
confermato il medesimo trend: Paroli, avendo ben pochi successi da
vantare e molti errori da farsi perdonare, è stato costretto ad una
campagna elettorale tutta in difesa e balbettante; e persino i suoi
più accesi pretoriani si sono trovati a corto di argomenti.
Per contro, la giunta
uscente ha dovuto far fronte alla determinazione di Emilio Del Bono,
che con il lavoro di cinque anni di opposizione, è riuscito a
rimontare punti su punti, sino a portarsi avanti, sia pure di soli 50
voti. Il ballottaggio ci dirà chi dei due ha più fiato per la
volata finale.
A me pare che, nonostante
le dichiarazioni di rito del dopo voto, i veri sconfitti di questo
turno elettorale siano i grillini e le due civiche di Francesco
Onofri e di Laura Castelletti. E questo non solo perché il risultato
di tutti e tre è abbastanza modesto, rispetto alle attese e se
raffrontato con quello dei due contendenti principali, ma perché –
nonostante una campagna elettorale condotta tutt’all’insegna
della critica aspra (e per molti versi fondata) ai partiti – non
sono riusciti in alcun modo ad intercettare quel crescente fenomeno
di disaffezione dalla politica a cui avevano tutti e tre strizzato
l’occhio, sia pure in forme diverse, ma che si rifugia ormai,
sempre più, nell’astensione.
Non ha torto, a tal
proposito, Michele Serra, in un’amaca di due giorni fa, quando
ricorda ai grillini che, per far crescere, in politica e in ogni
ambito della vita, l’Uomo Nuovo, occorre tempo pazienza e,
soprattutto, umiltà. Mi pare che, in queste elezioni amministrative,
nelle civiche sia mancata proprio quella; ed invece l’abbia
dimostrata, seppure con qualche tentennamento e sbavatura Emilio del
Bono, che ha saputo superare le diffidenze che avevano accompagnato
la sua candidatura dentro e fuori il PD. La sua sfida si presenta
ora, più avvincente e salvo imprevisti (non insoliti in questa fase
convulsa della vita politica) può arrivare a tagliare per primo il
traguardo e dimostrare che cambiare è possibile. Noi ce lo auguriamo, e per quello che è possibile, con umiltà, siamo impegnati perchè ciò avvenga.
Leoluca ORLANDO: Morte dei Partiti, Nuovi Movimenti
Rete 2018 e Movimento 139: a Montecitorio oggi la conferenza stampa di presentazione
Rete 2018 e Movimento 139: non la rete di Grillo, ma "ascolto e partecipazione" rivoluzionari.
Leoluca Orlando non ci sta. Decaduto il partito di Di Pietro con il quale era già prima del voto, in aperta rottura, dalla sua Palermo, passando per Roma, lancia la fase costituente di un nuovo movimento politico 139 Coerenza e Democrazia.
Un movimento tutto in divenire che pone, già nel nome, il rispetto dei principi e delle regole stabiliti dai 139 articoli della Costituzione italiana. Per Orlando una nuova sfida dopo le tante della sua vita che l’hanno visto a più riprese primo cittadino del capoluogo siciliano, paladino poi, con una tessera scudocrociata in tasca, dell’antimafia, fondatore di un movimento di successo ante litteram come la Rete.
Rete 2018 e Movimento 139: non la rete di Grillo, ma "ascolto e partecipazione" rivoluzionari.
Leoluca Orlando non ci sta. Decaduto il partito di Di Pietro con il quale era già prima del voto, in aperta rottura, dalla sua Palermo, passando per Roma, lancia la fase costituente di un nuovo movimento politico 139 Coerenza e Democrazia.
Un movimento tutto in divenire che pone, già nel nome, il rispetto dei principi e delle regole stabiliti dai 139 articoli della Costituzione italiana. Per Orlando una nuova sfida dopo le tante della sua vita che l’hanno visto a più riprese primo cittadino del capoluogo siciliano, paladino poi, con una tessera scudocrociata in tasca, dell’antimafia, fondatore di un movimento di successo ante litteram come la Rete.
lunedì 27 maggio 2013
Amministrative 2013
Il bipolarismo, sospeso sul piano nazionale con il governo di larghe intese, rinasce a livello locale. E’ questo, in estrema sintesi, il risultato del primo turno delle elezioni amministrative. Il centrosinistra è in vantaggio in quattordici su sedici fra i comuni capoluogo interessati dal voto
Strage di piazza della Loggia, il Colle: "Ogni strada per accertare la verità".
Il presidente Napolitano, nel messaggio inviato al
presidente dell'Associazione 'Casa della Memoria', in occasione
dell'anniversario della strage di Piazza della Loggia.
Brescia Piazza della Loggia:
Nel 1974, a Brescia, in Piazza della Loggia, si teneva una manifestazione contro il terrorismo di stampo fascista. Sono passati 39 anni dalla strage….imputati per questa strage furono alcuni esponenti di Ordine nuovo, un gruppo neofascista. Circa un anno fa la Corte d'Assise d'appello di Brescia ha assolto Carlo Maria Maggi, Delfo Zorzi, Maurizio Tramonte e il generale dei carabinieri Francesco Delfino …. Nessun colpevole
L'attentato provocò la morte di otto persone e il ferimento di altre centodue.
«Il ricordo,
ancora vivo nella coscienza del Paese, di chi perse la vita mentre manifestava
in difesa delle istituzioni democratiche ferite dalla violenza eversiva, deve
costituire monito, soprattutto per le nuove generazioni, contro ogni forma di
fanatismo, di odio e di violenza, affinchè prevalgano la comune coscienza della
convivenza democratica e della partecipazione, e la rigorosa tutela dei diritti
politici e civili».
Brescia Piazza della Loggia:
28 maggio 1974 - 28 maggio
2013
Nel 1974, a Brescia, in Piazza della Loggia, si teneva una manifestazione contro il terrorismo di stampo fascista. Sono passati 39 anni dalla strage….imputati per questa strage furono alcuni esponenti di Ordine nuovo, un gruppo neofascista. Circa un anno fa la Corte d'Assise d'appello di Brescia ha assolto Carlo Maria Maggi, Delfo Zorzi, Maurizio Tramonte e il generale dei carabinieri Francesco Delfino …. Nessun colpevole
LE VITTIME DELLA STRAGE
L'attentato provocò la morte di otto persone e il ferimento di altre centodue.
Giulietta Banzi Bazoli, anni 34, insegnante
Livia Bottardi Milani, anni 32, insegnante
Euplo Natali, anni 69, pensionato
Luigi Pinto, anni 25, insegnante
Bartolomeo Talenti, anni 56, operaio
Alberto Trebeschi, anni 37, insegnante
Clementina Calzari Trebeschi, anni 31, insegnante
Vittorio Zambarda, anni 60, operaio
Livia Bottardi Milani, anni 32, insegnante
Euplo Natali, anni 69, pensionato
Luigi Pinto, anni 25, insegnante
Bartolomeo Talenti, anni 56, operaio
Alberto Trebeschi, anni 37, insegnante
Clementina Calzari Trebeschi, anni 31, insegnante
Vittorio Zambarda, anni 60, operaio
sabato 25 maggio 2013
Don PUGLISI proclamato Beato a Palermo
contro la mafia».
Centomila fedeli esultanti sono arrivati da ogni parte della Sicilia e dell’Italia, sono sacerdoti, famiglie, soprattutto giovani a cui il prete ucciso dalla mafia il 15 settembre del 1993 ha dedicato gran parte del suo ministero.
martedì 21 maggio 2013
Simona Bonafé: A Brescia proposta convincente
Martedì 21 maggio 2013 Bresciaoggi
I temi “forti” di Riccardo Frati e Laura Venturi, che dello slogan «una città a misura di chi è più debole è una città a misura di tutti» hanno fatto il loro cavallo di battaglia. «Dobbiamo ribaltare le priorità rimettendo al centro la persona», dice a chiare lettere Laura Venturi, Riccardo Frati, avvocato 47enne, si concentra su ambiente e tutela del territorio, facendo suo il più classico degli slogan renziani: «Cambiamo adesso!». «Perché - spiega - i problemi vanno affrontati subito, e Brescia non ha più tempo». Ecco allora che accanto a una immediata bonifica delle zone più a rischio (dalle scuole ai parchi pubblici) propone la creazione di una rete integrata tra bus e metropolitana per la riduzione immediata delle pm10 e una radicale modifica del Pgt a favore del consumo di suolo zero e del riutilizzo del costruito.
Anche i renziani calano i loro assi e per la corsa a Palazzo Loggia chiamano uno dei volti più celebri tra i rottamatori, il deputato Simona Bonafè, portavoce del sindaco di Firenze alle primarie. Con lei, al Caffè della Stampa, anche il neo-parlamentare Alfredo Bazoli e il sindaco di Paderno Franciacorta Antonio Vivenzi, tutti uniti per sostenere la candidatura dei colleghi Riccardo Frati e Laura Venturi, nella lista del Pd per Emilio Del Bono. «Dopo cinque anni di delusione serve un cambiamento e Riccardo Frati e Laura Venturi lo incarnano alla perfezione», esordisce Alfredo Bazoli che insiste sulla necessità di far coesistere esperienza e rinnovamento «perché politici e amministratori non ci si improvvisa».
I temi “forti” di Riccardo Frati e Laura Venturi, che dello slogan «una città a misura di chi è più debole è una città a misura di tutti» hanno fatto il loro cavallo di battaglia. «Dobbiamo ribaltare le priorità rimettendo al centro la persona», dice a chiare lettere Laura Venturi, Riccardo Frati, avvocato 47enne, si concentra su ambiente e tutela del territorio, facendo suo il più classico degli slogan renziani: «Cambiamo adesso!». «Perché - spiega - i problemi vanno affrontati subito, e Brescia non ha più tempo». Ecco allora che accanto a una immediata bonifica delle zone più a rischio (dalle scuole ai parchi pubblici) propone la creazione di una rete integrata tra bus e metropolitana per la riduzione immediata delle pm10 e una radicale modifica del Pgt a favore del consumo di suolo zero e del riutilizzo del costruito.
Anche i renziani calano i loro assi e per la corsa a Palazzo Loggia chiamano uno dei volti più celebri tra i rottamatori, il deputato Simona Bonafè, portavoce del sindaco di Firenze alle primarie. Con lei, al Caffè della Stampa, anche il neo-parlamentare Alfredo Bazoli e il sindaco di Paderno Franciacorta Antonio Vivenzi, tutti uniti per sostenere la candidatura dei colleghi Riccardo Frati e Laura Venturi, nella lista del Pd per Emilio Del Bono. «Dopo cinque anni di delusione serve un cambiamento e Riccardo Frati e Laura Venturi lo incarnano alla perfezione», esordisce Alfredo Bazoli che insiste sulla necessità di far coesistere esperienza e rinnovamento «perché politici e amministratori non ci si improvvisa».
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Simona Bonafé
lunedì 20 maggio 2013
La città di Brescia e l'occasione di una svolta
Le
elezioni costituiscono sempre l’occasione di un bilancio dei risultati di chi
ha governato, e offrono l’opportunità di scegliere se proseguire sulla strada
intrapresa o cambiare direzione.
Così
è anche per la nostra città, che si presenta all’appuntamento elettorale dopo
cinque anni di governo di una giunta di centrodestra, e può dunque interrogarsi
sugli esiti di questa esperienza.
Non
credo mi faccia da velo la mia appartenenza politica se dico che la città è
rimasta sostanzialmente insoddisfatta, quando non delusa, dall’amministrazione
uscente.
Un’amministrazione
che aveva ereditato il governo sulla scorta dell’esaurimento politico della
stagione delle giunte Corsini, arrivate a fine mandato un po’ stanche e sfilacciate,
e che peraltro non è riuscita a dare alla propria azione un indirizzo preciso,
chiaro e comprensibile.
La
città ha vissuto questi ultimi anni dentro una crescente sensazione di declino,
cui non è certamente estranea la condizione complessiva del paese, ma che si è
avvertita anche in ragione dell’approssimazione, spesso della superficialità, e
degli appuntamenti mancati che hanno caratterizzato la giunta Paroli.
Basta
scorrere l’elenco dei titoli degli errori e delle scelte incoerenti e improvvisate:
dal bonus bebè alla pensilina di Piazza Rovetta, da Brixia Sviluppo al Parco
dello Sport, da Artematica alla querelle del Bigio.
Due
soli, di fatto, gli obiettivi conseguiti: l’inaugurazione della metropolitana,
e il nuovo Piano di Governo del Territorio.
Ma
mentre il primo è l’esito di scelte amministrative ben risalenti nel tempo, e
all’amministrazione di centrodestra va solo riconosciuto il merito di non
averne ostacolato il completamento, il secondo costituisce il frutto di scelte
largamente opinabili e censurabili, essendo ispirato ad un modello di sviluppo
della città datato, anacronistico e in conflitto con le necessità più evidenti
e attuali.
Che
dunque la città meriti un cambio di passo credo sia opinione abbastanza
diffusa.
Ed è
anche piuttosto evidente, se solo si considera che le opposizioni
all’amministrazione attuale si sono moltiplicate in questi anni, essendo
cresciuti accanto al Partito Democratico movimenti civici
e liste diverse tutte accomunate dalla voglia di contribuire a invertire la
tendenza al declino, a ridare quello scatto di vivacità e progettualità che
oggi mancano.
Ma
non c’è dubbio che se i movimenti civici rappresentano la spia della voglia di
riscatto dei bresciani, è attorno al Partito Democratico, al suo candidato
Sindaco, alle sue competenze ed energie, alla sua presenza capillare nel
tessuto della città che si può immaginare di costruire l’alternativa vera al
sindaco uscente.
Il
Partito Democratico ha costruito la sua credibilità in questi anni di
opposizione ferma, dai toni a volte un po’ sopra le righe ma sempre ostinatamente
legata al merito dei problemi, mai pregiudiziale e, attraverso argomentazioni e
ragioni delle proprie posizioni, ha saputo delineare una idea di sviluppo
diverso e alternativo, che costituisce di fatto la strada e la traccia della
proposta che viene messa a disposizione della scelta dei cittadini.
Un’idea
che parte dalla considerazione che una città è oggi tanto più moderna quanto
più riesce a coniugare sviluppo economico e beni ambientali, che la congiuntura
economica pesante che ci è dato vivere si combatte con il coraggio delle
scelte, salvaguardando l’efficienza e i livelli di assistenza del nostro
sistema di welfare, risparmiando sui costi organizzativi della macchina
comunale, puntando sulla sostenibilità complessiva delle decisioni,
coinvolgendo il ricchissimo tessuto economico e sociale della nostra città per
occasioni di sviluppo economico, culturale e civile.
Su
questi obiettivi, certamente ambiziosi ma che rispondono all’altezza della sfida
che la nostra città ha di fronte a sé, è stata costruita l’alleanza attorno al
Partito Democratico e a Emilio DelBono, e sono fiducioso che queste elezioni ci
metteranno nelle condizioni di mettere alla prova del governo i nostri talenti
e le nostra capacità.
On. Alfredo
Bazoli
giovedì 16 maggio 2013
lunedì 13 maggio 2013
Politica scalza a Brescia
Nel rapporto tra
cittadini e politica siamo arrivati ad un passaggio cruciale. Non bastano più i
richiami morali e sembrano insufficienti le sole iniziative di formazione
sociale. I dati parlano chiaro. La fiducia nella politica è destinato a scendere
ulteriormente se gli attuali partiti non cambiano radicalmente. Lo pensa il 56%
degli intervistati, e il 62% dei cattolici impegnati.
Non servono
operazioni di maquillage, non bastano cambi di nome. È necessario lanciare
segnali concreti di rinnovamento delle classi dirigenti, della modalità stessa
di fare politica e di costruire il rapporto con i cittadini e la società
civile, a partire dalla riforma della legge elettorale e dalla questione
morale.
La tentazione di
molti giovani è quella di ritirarsi a guardare, di nascopndersi dietro la
maschera dell’autonomia delle associazioni o di esaurirsi in qualche impegno
della società civile.
Qualcuno propone
ai cattolici l’unità attorno alla difesa dei “valori irrinunciabili”. Ma le
ricerche sociologiche rivelano che questi temi non bastano e non sono sempre al
primo posto, neppure per i cattolici. I temi economici e di protezione sociale sono
diventati quelli che interessano di più, perché non si vede la fine della crisi
economica e finanziaria. L’occupazione e l’economia sono diventati i temi
prioritari per l’agenda politica, sia a livello nazionale che locale.
È in questo
quadro che si inserisce la crisi politica. Nella storia del nostro paese non si
è mai raggiunto l’attuale livello di sfiducia nei confronti della politica.
I cattolici
impegnati soffrono la situazione più degli altri e diventano vittime di uno
scarso orientamento all’impegno. L’incertezza coinvolge quasi la metà degli
elettori e gli stessi cattolici praticanti e impegnati sembrano attoniti
nell’attesa di una qualche alternativa praticabile.
Ma come si può fare
rinascere la speranza se anche le associazioni, i “corpi intermedi”, le agenzie
di trasmissione dei valori sono in crisi?
La maggioranza
degli italiani teme che la presenza della Chiesa nella politica italiana sia
eccessiva, ma sono anche convinti che i valori cattolici debbano essere
affermati con più forza, per costruire un “pavimento etico” condiviso da tutti.
Il paese aspetta
risposte e cerca parole ragionevoli. Il protagonismo del laicato – come
sintetizza Domenico Rosati - si è affievolito dopo la fine della Dc. Si è
passati in modo indolore dalla cultura della mediazione (Bachelet) alla culture
della presenza (Giussani) che ha conferito alla gerarchia un ruolo politico,
con una perdita forse irreparabile di spirito profetico. E i laici cristiani -
singoli e organizzati - sono sempre in attesa di…direttive.
Ma se aguzziamo
lo sguardo non mancano segni di ripresa persino negli insuccessi delle recenti elezioni
regionali e nazionali, nonostante i drammatici errori fatti in occasione
dell’elezione del presidente della repubblica.
Uno di questi
segni, dopo l’esperienza delle primarie, è la mobilitazione per il Patto civico
di Ambrosoli.
Siamo consapevoli
che tutto ciò va valorizzato. “Fare politica – ha scritto Ambrosoli - non è
amministrare il presente, bensì costruire il futuro, anche da posizioni di
minoranza. Ho deciso di mantenere il mio impegno sul territorio, tenendo
insieme tutti coloro che con me vogliono continuare ad impegnarsi perché sanno
che la democrazia si costruisce giorno per giorno, non solo al momento delle elezioni”.
C’è bisogno cioè
di raccogliere le energie, soprattutto quelle giovanili, anche là dove c’è
diffidenza per i partiti tradizionali.
Attorno ai
candidati giusti abbiamo saputo mobilitare tante persone, giovani e donne che
hanno ritrovato il gusto dell’impegno civico e politico, attratti da un
messaggio di pulizia e di speranza.
Dobbiamo essere
capaci di andare al di là del «bacino originale» di consenso per restituire il
desiderio di partecipazione alla vita politica a coloro che l’avevano perduta.
La proposta di
Ambrosoli è stata in gran parte percepita come una realtà al di sopra del
sistema dei partiti convenzionali, capace di farsi interprete e punto di
sintesi di una pluralità di aspettative, bisogni e disagi che hanno trovato un
elemento unificante nella richiesta di legalità, rispetto e valorizzazione del bene
comune.
Con il metodo di
una “politica scalza e fatta per passione”, intendiamo dare vita ad un blog di
riflessione e di confronto che da una parte ci tenga in collegamento e che,
dall’altra, faccia crescere il desiderio di incontri veri, periodici, tra
persone che pensano e parlano di politica e preparano iniziative necessarie per
far nascere e crescere classe dirigente sul territorio.
Democratici per scelta, Politica per passione.
Non è possibile stare insieme senza una
visione politica positiva. L’amicizia politica – diceva già Aristotele – è
condizione per la fondazione di una qualunque comunità e nasce solo dal comune
riconoscimento e perseguimento di un bene comune irriducibile alla mera somma
degli interessi di parte.
Con l’avvio di
questo blog intendiamo sviluppare la rete che abbiamo costruito per il
rinnovamento della politica in Lombardia con Umberto Ambrosoli e in occasione
della scelta di nuovi parlamentari a Brescia.
Una esperienza
che ci ha fatto scoprire tante belle energie disponibili a spendersi per una
buona idea e per una buona politica.
L’elezione di Michele
Busi nel Consiglio regionale con il Patto civico, il grande consenso ottenuto
da Antonio Vivenzi nella lista del PD, l’elezione in Parlamento di Marina
Berlinghieri e di Alfredo Bazoli, ci hanno dimostrato che è possibile il
rinnovamento della classe dirigente, un rinnovamento che, con Matteo Renzi,
tutto il Paese chiede con forza alla politica.
Questo blog
vuole essere la voce di un’area che va oltre il recinto del partito democratico
e che coltiva l’idea di un partito aperto al confronto delle idee e delle
competenze.
Ci interessa
verificare se - attraverso il lavoro di un gruppo di persone libere - è
possibile ricreare un rapporto tra cittadini e politica, tra cittadini e
istituzioni, affinché la responsabilità reciproca sappia cambiare radicalmente
la nostra società bresciana e nazionale.
Per realizzare
questo obbiettivo, oltre al periodico incontrarci e confrontarci, diviene
fondamentale la rete. Una rete che oltre a farci comunicare in tempo reale,
consenta di allargare la nostra visuale al mondo e di ascoltare ciò che accade intorno
a noi. La rete ha consentito la diffusione delle primavere arabe, degli
indignados, del movimento 5 stelle. L’analisi di tutti questi fatti ci dice che
la rete è importante ma non basta, perché il cambiamento richiede costanza e responsabilità.
Il nostro sforzo è dunque quello di uscire dalla protesta e di costruire una
speranza.
Il motivo del
nostro impegno politico deriva dall’attenzione a quanto si muove nelle
periferie del mondo, per sostenere ogni aspirazione di libertà e di giustizia.
La rete può unire
il nostro impegno formativo e le buone prassi delle realtà politiche, sociali,
culturali e amministrative.
La presenza nel
lavoro, nella società civile, nelle associazioni e nel volontariato è la base
di partenza per intrecciare mondi vitali e militanza politica. Siamo certi di
non essere soli e che insieme, grazie al lavoro di amici vecchi e nuovi,
sapremo condurre la buona battaglia per far crescere nuova classe dirigente
disponibile a spendersi per il bene comune.
sabato 11 maggio 2013
I SARTI DEI NASTRI A BRESCIA inaugurano a tutto spiano prima del voto
L’amministrazione della giunta Paroli-Rolfi si è distinta per le
INAUGURAZIONI A TUTTO CAMPO
....veri professionisti!!!!!
Rolfi “il sarto dei nastri” ne ha tagliati a decine,fin dal primo evento, con
le bottiglie di vino,quando il residence Prealpino è risultato
finalmente vuoto dei loro inquilini,svuotato con non poche
difficoltà dalla giunta precedente.
Labolani si è distinto invece per le inaugurazioni degli scivoli dei
parchi giochi,dimenticandosi di provvedere alla manutenzione dei
giochi per bambini dei vecchi parchi che sono, oggi, a dir poco pericolosi
per gli utenti, ma in quel caso non ci sarebbero stati nastri da tagliare.
La giunta “mani di forbice”al completo per l’apertura della terza corsia
della tangenziale.
Non parliamo della metropolitana,inaugurate tutte le stazioni,tutte le scale
mobili,tutti gli ascensori con in testa anche i leader regionali.Ora che
la metro, non voluta da loro,è finita, stanno inaugurando anche i
parcheggi.
Mancano 15 giorni alle future elezioni, c…o non c’è più niente da
inaugurare,ed allora la piscina di Mompiano,che forse aprirà a
fine Giugno…nastri tricolori nuove forbici e zac…foto sui giornali.
Intanto tutto il verde pubblico è una selva,un bambino a San Polo
ha raggiunto le altalene e si è smarrito nell’erba.
Ma saremo in “rosa” per le elezioni e troveranno gli ospiti del giro,
il verde tagliato a puntino.700 mila euro costerà la tappa a Brescia,ma non a noi cittadini, ci sono degli sponsor, Centrale del Latte, A2A, aziende partecipate del Comune. Intanto taglieranno un altro nastro per quando sarà pronto il percorso di tale tappa.
Tagliano il nastro per la nuova tangenzialina della Poliambulanza
almeno per quei primi metri asfaltati,ma anche per questo foto sui
giornali e proclami.
Dopo il monumento al Miglio di piazza Garibaldi chissà se non ce la faranno a lasciarci anche il ritorno del Bigio in Piazza Vittoria ad eterna memoria di quella vergogna.
Tutte le opere citate salvo le ultime due, non sono farina del loro sacco,
erano lavori già previsti ed iniziati con la precedente amministrazione,
a loro l’arduo e faticoso compito del TAGLIO DEI NASTRI.
Aliberto Taglietti
INAUGURAZIONI A TUTTO CAMPO
....veri professionisti!!!!!
Rolfi “il sarto dei nastri” ne ha tagliati a decine,fin dal primo evento, con
le bottiglie di vino,quando il residence Prealpino è risultato
finalmente vuoto dei loro inquilini,svuotato con non poche
difficoltà dalla giunta precedente.
Labolani si è distinto invece per le inaugurazioni degli scivoli dei
parchi giochi,dimenticandosi di provvedere alla manutenzione dei
giochi per bambini dei vecchi parchi che sono, oggi, a dir poco pericolosi
per gli utenti, ma in quel caso non ci sarebbero stati nastri da tagliare.
La giunta “mani di forbice”al completo per l’apertura della terza corsia
della tangenziale.
Non parliamo della metropolitana,inaugurate tutte le stazioni,tutte le scale
mobili,tutti gli ascensori con in testa anche i leader regionali.Ora che
la metro, non voluta da loro,è finita, stanno inaugurando anche i
parcheggi.
Mancano 15 giorni alle future elezioni, c…o non c’è più niente da
inaugurare,ed allora la piscina di Mompiano,che forse aprirà a
fine Giugno…nastri tricolori nuove forbici e zac…foto sui giornali.
Intanto tutto il verde pubblico è una selva,un bambino a San Polo
ha raggiunto le altalene e si è smarrito nell’erba.
Ma saremo in “rosa” per le elezioni e troveranno gli ospiti del giro,
il verde tagliato a puntino.700 mila euro costerà la tappa a Brescia,ma non a noi cittadini, ci sono degli sponsor, Centrale del Latte, A2A, aziende partecipate del Comune. Intanto taglieranno un altro nastro per quando sarà pronto il percorso di tale tappa.
Tagliano il nastro per la nuova tangenzialina della Poliambulanza
almeno per quei primi metri asfaltati,ma anche per questo foto sui
giornali e proclami.
Dopo il monumento al Miglio di piazza Garibaldi chissà se non ce la faranno a lasciarci anche il ritorno del Bigio in Piazza Vittoria ad eterna memoria di quella vergogna.
Tutte le opere citate salvo le ultime due, non sono farina del loro sacco,
erano lavori già previsti ed iniziati con la precedente amministrazione,
a loro l’arduo e faticoso compito del TAGLIO DEI NASTRI.
Aliberto Taglietti
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lunedì 6 maggio 2013
Passione politica
Quello che intendiamo fare con l'avvio di questo blog è di sostenere
la rete che in questi mesi abbiamo costruito attraverso l'
esperienza delle primarie e della parlamentarie a Brescia.
Una esperienza che ci ha fatto scoprire tante belle energie disponibile a spendersi per una buona idea e per una buona politica.
Il risultato delle parlamentarie e della elezione di Marina Berlinghieri e di Alfredo Bazoli, oltre alla battaglia per le elezioni regionali con Antonio Vivenzi, anche se in quesato caso il risultato non ha raggiunto l'obiettivo, ci ha detto che è possibile il rinnovamento della classe dirigente. Un rinnovamento che, come ci ha insegnato l'esperienza di Matteo Renzi chiede il Paese alla politica.
Questo blog vuole essere la voce di un'area che va oltre il recinto del partito democratico e che coltiva l'idea di un partito aperto al confronto delle idee e alla crescita delle competenze.
Ci interessa verificare se - attraverso il lavoro di un gruppo di persone "libere" - è possibile ricreare un rapporto tra cittadini e politica, tra cittadini e istituzioni, affinché la responsabilità reciproca sappia cambiare radicalmente la nostra società bresciana e nazionale.
Per realizzare questo obbiettivo, oltre al nostro incontrarci e confrontarci, diviene fondamentale la rete. Una rete che oltre a farci comunicare in tempo reale consenta di allargare la nostra visuale al mondo e di ascoltare ciò che accade attorno a noi. La rete ci ha consentito in questa fase di seguire e conoscere i movimenti degli indignados, delle primavere arabe e il successo raggiunto in casa nostra dal movimento 5 stelle. Ma proprio questi fatti ci dicono che la rete è importante ma non basta, perché il cambiamento richiede capacità e responsabilità. Il nostro sforzo è quello di uscire dal provincialismo e dal corto respiro della politica del giorno per giorno e di portare lo sguardo in profondità.
Questo richiede un grande sforzo formativo che sappia fare ricchezza di tante buone prassi di realtá politiche, sociali, culturali e amministrative.
Il motivo profondo del nostro fare politica deriva dall’attenzione, a quanto accade nelle periferie del mondo per sostenere tutto ciò che si muove nel segno della libertà e della giustizia.
Per questo non crediamo sia sufficiente la militanza nel partito senza operare l’intreccio con la società civile per cogliere i segni e le novità che vengono dai mondi vitali. Siamo certi che non saremo soli e che grazie al lavoro degli amici vecchi e nuovi sapremo condurre le nostre battaglie per far crescere una nuova classe dirigente disponibile a spendersi nel sociale e nel politico per fare più giusta e più umana la nostra società.
Una esperienza che ci ha fatto scoprire tante belle energie disponibile a spendersi per una buona idea e per una buona politica.
Il risultato delle parlamentarie e della elezione di Marina Berlinghieri e di Alfredo Bazoli, oltre alla battaglia per le elezioni regionali con Antonio Vivenzi, anche se in quesato caso il risultato non ha raggiunto l'obiettivo, ci ha detto che è possibile il rinnovamento della classe dirigente. Un rinnovamento che, come ci ha insegnato l'esperienza di Matteo Renzi chiede il Paese alla politica.
Questo blog vuole essere la voce di un'area che va oltre il recinto del partito democratico e che coltiva l'idea di un partito aperto al confronto delle idee e alla crescita delle competenze.
Ci interessa verificare se - attraverso il lavoro di un gruppo di persone "libere" - è possibile ricreare un rapporto tra cittadini e politica, tra cittadini e istituzioni, affinché la responsabilità reciproca sappia cambiare radicalmente la nostra società bresciana e nazionale.
Per realizzare questo obbiettivo, oltre al nostro incontrarci e confrontarci, diviene fondamentale la rete. Una rete che oltre a farci comunicare in tempo reale consenta di allargare la nostra visuale al mondo e di ascoltare ciò che accade attorno a noi. La rete ci ha consentito in questa fase di seguire e conoscere i movimenti degli indignados, delle primavere arabe e il successo raggiunto in casa nostra dal movimento 5 stelle. Ma proprio questi fatti ci dicono che la rete è importante ma non basta, perché il cambiamento richiede capacità e responsabilità. Il nostro sforzo è quello di uscire dal provincialismo e dal corto respiro della politica del giorno per giorno e di portare lo sguardo in profondità.
Questo richiede un grande sforzo formativo che sappia fare ricchezza di tante buone prassi di realtá politiche, sociali, culturali e amministrative.
Il motivo profondo del nostro fare politica deriva dall’attenzione, a quanto accade nelle periferie del mondo per sostenere tutto ciò che si muove nel segno della libertà e della giustizia.
Per questo non crediamo sia sufficiente la militanza nel partito senza operare l’intreccio con la società civile per cogliere i segni e le novità che vengono dai mondi vitali. Siamo certi che non saremo soli e che grazie al lavoro degli amici vecchi e nuovi sapremo condurre le nostre battaglie per far crescere una nuova classe dirigente disponibile a spendersi nel sociale e nel politico per fare più giusta e più umana la nostra società.
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