Pierluigi Castagnetti
12 luglio 2019
La gente deve accorgersi che c’è chi sta lavorando a un’altra
idea di paese
La dico banale: mi piacerebbe che dall’Assemblea di domani
uscisse una linea che conduce da qualche parte. Uniti, divisi,
proporzionalisti, maggioritari, poco importa, purchè si capisca in
che direzione stiamo andando. E lo si capisse al punto che sui
giornali di domenica potessimo leggerlo nei titoli. Dopotutto è
questo il problema del Pd, e non è un problema da poco, me ne rendo
ben conto: capire, nella situazione data, cosa possa fare, dato
che galleggiare stanca.
So bene che doversi opporre ogni giorno alle schifezze del governo
e delle forze che lo compongono assorbe molte energie e tempo. Ma
evidentemente non basta per interessare gli italiani, i quali danno
per scontato che una forza di opposizione si opponga. Forse si
potrebbe lasciare questo lavoro di opposizione, importantissimo sia
chiaro, ai gruppi parlamentari che, per rendersi maggiormente
visibili, potrebbero occupare anche il foro esterno: ricordo che
quindici anni fa, in una condizione parlamentare analoga, Violante
(capogruppo Ds), Intini (Psi) e il sottoscritto (Margherita), per
mesi e mesi, tutti i fine settimana eravamo nelle piazze delle città
italiane a raccontare e discutere di come facevamo opposizione in
aula.
Ma devono esserci anche altri luoghi in cui
contemporaneamente si lavora a definire il profilo di una possibile
Italia diversa. Anche qui con periodicità altrettanto
ravvicinata e con strumenti di lavoro (gruppi, forum tematici, focus
group d’”auscolto” come li chiamava Moro, feste tematiche,
laboratori di comunicazione, formazione di squadre di
“similtestimonidigeova” che con analoga gentilezza e preparazione
organizzino visite guidate ai condomini delle periferie, ecc.)
veramente innovativi e finalizzati a precisi obiettivi politici.
Insomma la gente deve accorgersi che c’è chi sta lavorando a
un’altra idea di paese.
Su quali focus il Pd dovrebbe concentrarsi? E’ evidente che la
scelta è difficile perché sono tantissimi i temi scoperti o
sbagliati dall’azione del governo, su cui ovviamente non si può
mollare l’osso: accoglienza e integrazione dei rifugiati,
lavoro, famiglie, denatalità, scuola, equità fiscale,
periferie, ecc.
Io però concentrerei l’elaborazione e la proposta del Pd su
quattro temi identificativi della sua anima culturale e, se fosse
possibile dire, persino ideologica: la reinseminazione etica
del territorio sociale del paese; la revisione finalistica dei
Trattati europei; la lotta sistematica ai cambiamenti climatici; la
centralità di una strategia meridionalistica.
Mi piacerebbe che il cosiddetto uomo della strada, oggi spesso
prigioniero inconsapevole dell’asfissia da cattiveria, che dalle
strade e dai media sta investendo e avvelenando la testa e i polmoni di tutti, potesse
dire: “ah il Pd!, quel partito cioè che vuole riportare gli
italiani al catechismo della civiltà e dell’umanità, che ha
deciso di ingaggiare una battaglia in Europa per riorientrarla alle
necessità dei cittadini, che vuole fermare i cambiamenti climatici,
che si è messo in testa di cambiare il mezzogiorno liberandolo dalle
ingiustizie dalle mafie e dal minore sviluppo”.
Ognuno di questi temi ovviamente va sviluppato, coinvolgendo le
migliori intelligenze, anche straniere, anche distanti dalle nostre
posizioni, che possono aiutarci pure solo come interlocutori
interessati.
Possono essere i titoli di quattro Assemblee nazionali del
partito, o quattro convegni nel prossimo autunno.
Importante è uscire dall’attuale condizione di tutto e niente,
di caldo e freddo: la Scrittura non contempla misericordia per i
tiepidi.
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