giovedì 7 dicembre 2017

Bellissima notizia


Questa mattina, al Teatro Dal Verme di Milano, durante la consegna delle Civiche Benemerenze del Comune di Milano Don Virginio Colmegna, presidente Casa della carità è stato premiato con la Medaglia d'oro dal Sindaco Giuseppe Sala e dal presidente del Consiglio comunale Lamberto Bertolé.
Colmegna ha dichiarato: "Sono onorato per questo Ambrogino, idealmente consegnato, attraverso di me, a tutta la Casa della carità, alle altre organizzazioni promotrici della campagna Ero Straniero - L’umanità che fa bene e ai tanti, tantissimi volontari che in questi mesi si sono spesi per il suo successo”.

La "pensata" di Trump


Paolo Gentiloni‏
Gerusalemme città santa, unica al mondo. Il suo futuro va definito nell'ambito del processo di pace basato sui due Stati, Israele e Palestina

António Guterres‏Account
There is no alternative to the two-state solution: two states living side-by-side in peace, security and mutual recognition – with Jerusalem as the capital of Israel and Palestine.

Papa Francesco
«Non posso tacere la mia profonda preoccupazione per la situazione che si e' creata negli ultimi giorni e, nello stesso tempo, rivolgere un accorato appello affinché sia impegno di tutti a rispettare lo status quo della città, in conformità con le pertinenti Risoluzioni delle Nazioni Unite». Per Bergoglio Gerusalemme, resta «una citta’ unica, sacra per gli ebrei, i cristiani e i musulmani, che in essa venerano i Luoghi Santi delle rispettive religioni, e ha una vocazione speciale alla pace»

Federica Mogherini
"President Trump's announcement on #Jerusalem has a very worrying potential impact. The EU has a clear and united position. We believe that the only realistic solution to the conflict between Israel and Palestine is based on two states."

Emmanuel Macron‏
Sur Jérusalem, la France n'approuve pas la décision des États-Unis. La France soutient la solution de deux États, Israël et la Palestine, vivant en paix et en sécurité, avec Jérusalem comme capitale des deux États. Nous devons privilégier l’apaisement et le dialogue.

bagno di folla

Grandissimo successo della manifestazione “Agorà” organizzata dal a Montecitorio. Presente anche il leader Alessandro Di Battista.

Il Pd a viso aperto


Democratica 7 dicembre 2017
Mario Lavia
L’abbadono di Piasapia e Alfano ripropongono il tema della soggettività dei dem
Non è giusto definire “una pantomima” il tentativo del Pd di raggiungere intese con gruppi e personalità politicamente vicini. L’operazione andava fatta ed è stata condotta con onestà e convinzione da Piero Fassino. Alla fine, tirate su le reti, non è andata come il Pd avrebbe desiderato. La vicenda di Giuliano Pisapia è finita tristemente e c’è da chiedersi se le persone che egli aveva radunato intorno avessero davvero reciso il legame politico e psicologico con la sinistra estremista. L’ex sindaco non ha saputo “dirigere” il suo gruppo e alla fine ha dovuto gettare la spugna. Peccato, innanzi tutto per lui. Muore l’esperienza di Campo progressista e nello stesso giorno evapora anche Alleanza popolare con l’uscita di scena di Angelino Alfano. Due simultanei abbandoni che lasciano libere le schegge interne di guardare chi a destra chi a sinistra, a dimostrazione che siamo in una fase davvero imprevedibile della politica italiana.
Altri confermano la scelta di allearsi con il Pd – radicali, socialisti, personalità di sinistra, amministratori, verdi, cattolici democratici – per cui dire che “Renzi è solo” è una falsità. Ma qui il discorso merita qualche approfondimento.
Bisogna chiedersi se il tempo delle coalizioni così come le abbiamo conosciute negli anni Novanta (l’Ulivo, il Polo) non sia definitivamente tramontato. Forse alcuni dirigenti del Pd si sono illusi che fosse possibile ripercorrere vecchie strade. Fare uno più più uno più uno. Ma non è (più) così che si vincono le elezioni.
L’analisi delle novità
In fondo, se un partito come il M5s si fa forte del rifiuto non solo delle coalizioni ma persino delle alleanze, e anche per questo ha consenso, qualcosa vorrà pur dire.  Se nasce un partito come Liberi e Uguali, pur nella sua dimensione più ridotta, che fa dell’isolamento una sua bandiera ideologica, anche questo qualcosa vorrà dire. E se ci pensiamo bene anche la Lega e Forza Italia stanno in un certo senso “andando da soli”, dato che fanno due campagne elettorali diverse tenute insieme per ragioni di potere in una finta coalizione. E sarebbe dunque singolare se proprio il Pd, partito nato e cresciuto nell’idea della vocazione maggioritaria, avesse paura di scendere in campo a viso aperto, con le proprie bandiere, nel rapporto diretto con l’opinione pubblica. Con le persone in carne e ossa.
Il tema è il rapporto con la società
Il treno che ha portato in giro per il Paese Matteo Renzi e i dirigenti del Pd in questo senso è stato utile a rinsaldare rapporti con i cittadini veri, direttamente e senza la mediazione dei talk show. La stessa manifestazione antifascista di sabato a Como è una risposta assolutamente necessaria a un’insorgente problema politico e di ordine pubblico – come si è visto con la sceneggiata sotto Repubblica – ma anche un modo per rimettere al centro della scena le persone che hanno qualcosa da dire.
Politicismi a parte, il punto vero è proprio questo: il rapporto fra il Pd e la società. E’ questo, più che il giochino dei cartelli elettorali, il vero banco di prova per i dem. I cittadini giudicheranno un partito, quello che ha fatto, quello che vuol fare. Valuteranno un gruppo dirigente, non solo il leader (anche questo è cambiato dagli anni Novanta). Delle alchimie politiciste non gli frega più di tanto.
E allora se tutto questo è vero l’insuccesso dell’operazione-Pisapia e l’abbandono di Alfano devono essere valutati nella giusta luce. La situazione non è sostanzialmente cambiata. Caso mai, il quadro è più chiaro. E questo è un bene per tutti.

VELENI

Sandro Albini
La campagna elettorale, iniziata da tempo, sta assumendo toni grotteschi. Tutti sparano contro tutti senza esclusione di colpi, quelli micidiali sono riservati al vicino più prossimo. In questo la sinistra ha una storia gloriosa, rinverdita or ora con cattiveria e miopia sconcertante. In questo modo sono stati rivitalizzate Forza Italia e Lega certamente non privi di responsabilità nella gestione della crisi 2007/2014 (negata fino all'ultimo contro ogni evidenza). E il nuovo che avanza è costituito da una formazione virtuale, gestita da una azienda privata, la quale spara contumelie a destra e a manca senza mai dire che cosa intende fare dei voti conquistati. Paradossalmente chi ha qualche merito nell'aver invertito la tendenza al declino, viene presentato come il responsabile delle malefatte altrui. In questo bailamme di strilli (degno dei polli di Renzo) non sorprende conquistino spazio formazioni squadriste intenzionate a fomentare disordini. E' già accaduto più volte nel nostro Paese. Senza evocare le vicende del 1922 ho sufficiente memoria per ricordare come i vuoti della politica e la pervicace mancanza di realismo delle forze sociali, abbiano lasciato spazio ai tentativi di eversione nera e rossa nel decennio 60/70 del secolo scorso. Non servono le condanne verbali se non si ripristina un clima di confronto serio e responsabile, scevro da quel che finora abbiamo visto, tra tutte le forze politiche. A volte scrollare alberi finisce per favorire chi si voleva colpire. E a forza di rompere bottiglie poi qualcuno dovrà raccattare i cocci, scoprendo che un conto sono le chiacchiere altro è la gestione di realtà complesse per le quali le semplificazioni hanno la medesima efficacia di un bicchiere di acqua versato in un deserto..

lunedì 4 dicembre 2017

CIOÈ

Pierluigi Castagnetti
(sia detto senza ironia e con il massimo rispetto).
Non si capisce se Grasso sia IL capo o UNO DEI capi; se sia stato designato, nominato o eletto, e da chi;
se vi sia uno statuto che definisca poteri, organi collegiali, processi decisionali;
quali ragioni abbiano indotto l'esclusione nel nome di ogni riferimento al socialismo o al progressismo o alla sinistra.
CIOÈ
tutto ciò valeva una scissione? e il regalo del governo alle destre?

parole sagge

Valter Veltroni
“Nutro una profonda inquietudine sul futuro della democrazia. Si stanno creando condizioni politiche e persino antropologiche per le quali la più grande conquista del Novecento, costata il sangue di Auschwitz e la prova dei gulag, e cioè la democrazia, può essere rimessa in discussione”.
“Ci sono momenti della storia in cui i cittadini non possono essere spettatori ma devono mobilitarsi con volontà e coscienza. La bandiera nazista nella caserma dei carabinieri dimostra che dobbiamo vigilare anche su chi la democrazia dovrebbe difenderla. Spero davvero che le forze democratiche e di sinistra vogliano dare un segno di unità sui valori fondamentali“.
“Come sempre in questi momenti, la destra cavalca al meglio i sentimenti di paura. La sinistra invece che fa? Si divide, classico del novecento. Invece deve ritrovare il suo rapporto con il malessere sociale, con il dolore e la precarieta’ delle persone”