Delle idee delle origini non è rimasto nulla, tutto cancellato. Grillo, unico grillino in circolazione.
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Di risata in risata, però, corre l’obbligo di notare come di fronte a
una competizione così decisiva il Movimento si sia in pratica dissolto.
Di quello che era, o che avrebbe voluto essere, non rimane più niente,
sparito tutto.
Quel che resta è un’accozzaglia di gente improvvisata e dotata di
zero competenze che tenta di andare a arraffare uno stipendio pubblico.
Anzi, il miglior stipendio pubblico disponibile sul mercato: quello da
deputato. E anche l’unico per il quale non occorre presentare un
curriculum o le referenze del precedente datore di lavoro.
Ci si meravigliava per i 5 mila concorrenti a un posto di bidello a
Volpedo, ma sono stati più di 10 mila i signori che si sono messi in
lista per fare i deputati 5 stelle.
Nel frattempo, come si diceva, il Movimento si è dissolto come un gelato al sole.
1- Gli altri partiti erano tutti bande di malaffare. Ma adesso si
dice che dopo le elezioni si farà un appello a tutti per fare un
governo: da Forza Italia al Pd. Governo, naturalmente, da far presiedere
a Di Maio. Grillo, che ancora si attarda a dire che non si devono fare
alleanze con simile gentaglia (gli altri partiti), giustamente tace e si
defila.
2- L’onestà, qualità distintiva, è scomparsa: in lista amici, parenti, spose, sorelle e fratelli dei boss grillini.
3- In visita a Londra il solito Di Maio dice che va bene anche
l’euro. E, forse, anche la legge Fornero. Magari persino il job Acts
dell’odiato Renzi.
4- Rimane, del vecchio Movimento, una certa qual improvvisazione. Si
annuncia con squillo di trombe e trombette il ”furto” di un’economista
dello staff addirittura della signora Merkel. Ma poi si scopre che di
questo non si tratta. Mai vista la signora Merkel. La ragazza lavorava
per una società di Pr che, qualche volta, ha fatto lavori per il partito
della signora cancelliera. Come se avesse arrostito le salsicce al
festival dell’Unità. In realtà, gli unici economisti dello staff di Di
Maio sono i soliti tre, tutti decisamente no-euro.
5- Anche il reddito di cittadinanza, pezzo forte dell’ideologia
grillina, non se la sta passando troppo bene. Si lascia intendere che,
dovendo fare un governo di larghissime intese (da Forza Italia al Pd) se
ne può discutere, ovviamente.
In sostanza, l’unica, vera proposta originale del Movimento sarebbe
Di Maio presidente del Consiglio. Tutto il resto può essere
mercanteggiato in appositi conciliaboli. Non in streaming, è sicuro. Già
vendute le macchine che alle origini avevano garantito la trasparenza. E
che erano servite per umiliare Bersani per i prossimi due secoli.
Forse, questa specie di minestrone che è diventato il Movimento
prenderà anche un sacco di voti, forse sarà il terzo schieramento del
paese, ma è sicuro, già oggi, che di autentico non ha più niente.
Come è sicuro che all’appello di Di Maio per un governo di tutti non
risponderà quasi nessuno. Non Forza Italia, non il Pd. Come compagni di
viaggio, i 5 stelle dovranno accontentarsi di Salvini (se Berlusconi non
lo fa ministro dell’Interno), dello sbandato Bersani, e di pochi altri
vagabondi del parlamento. E quindi non avrà mai una maggioranza.
Dai banchi dell’opposizione dovrà chinare la testa davanti alle
reprimende di Grillo, ormai rimasto l’unico, vero grillino in
circolazione. Uno vale uno, uno è rimasto uno.
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