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martedì 3 marzo 2020
lunedì 2 marzo 2020
Ernesto Cardenal
Con Ernesto Cardenal scompare uno degli ultimi protagonisti della
Teologia della Liberazione in America Latina. Nato nel 1929 a Granada
(Nicaragua), in seno a una famiglia
dell’aristocrazia nicaraguense, studia Lettere a Managua e poi in
Messico. Ma è negli Stati Uniti che cambia la sua vita diventando frate
trappista dopo avere conosciuto il monaco-scrittore Thomas Merton. Torna
in Nicaragua dove fonda una comunità religiosa nell’isola di
Solentiname, che presto diventerà il centro culturale più stimolante del
piccolo paese centroamericano. Qui nasce una scuola di pittura
primitivista e soprattutto una scuola di poesia che trascende i confini
del paese. Ma la comunità fu anche partecipe della lotta armata contro
la Dittatura di Somoza e Cardenal stesso divenne un quadro del fronte di
Liberazione sandinista dovendo fuggire all’estero. Il 19 luglio 1979 lo
ritroviamo entrando a Managua insieme ai partigiani che avevano
sconfitto il tiranno. Erano i sandinisti, una coalizione che includeva
liberali, marxisti e cattolici. Cardenal diventa Ministro della Cultura
del primo governo rivoluzionario. Suo fratello Fernando, sacerdote
gesuita, diventa Ministro dell’educazione e ancora a un altro sacerdote,
Miguel D’Escotto, venne affidato il Ministero degli Esteri. Troppo per
Papa Wojtyla, che nella sua visita al Nicaragua del 1983, quando sulla
pista d’atterraggio padre Cardenal si inginocchia davanti a lui, con
gesto minaccioso annuncia la sospensione a divinis dei tre sacerdoti.
Ernesto Cardenal era diventato il più importante poeta centroamericano, ma lasciò un segno profondo come Ministro. Lui sarà una delle guide della Crociata di alfabetizzazione lanciata da suo fratello Fernando e riconosciuta come esempio mondiale dall’UNESCO: nel paese con il più alto tasso di analfabetismo della regione, oltre il 50% degli abitanti, 500.000 persone impararono a leggere e scrivere.
Cardenal continuò tutta la sua vita a dedicarsi agli ultimi proponendo l’arte come imprescindibile anche per chi soffre povertà e privazioni. Nel 1994, come tanti fondatori del movimento, ruppe con il sandinismo ormai diventato strumento di potere personale di Daniel Ortega. Nel 2014, Papa Francesco cancellò la sospensione a divinis che era stata inflitta ai tre sacerdoti nicaraguensi che furono ministri. Una riappacificazione a posteriori con la Chiesa e il recupero di un’esperienza ricchissima come quella della Teologia della Liberazione che rinnovò il cattolicesimo in America Latina spostandolo, per la prima volta in 500 anni, dalla parte dei poveri.
Fede e impegno, insieme ai laici, per una causa comune superiore. L’arte al servizio del cambiamento, inteso come diritto per tutti, senza distinzioni. Questo il principale insegnamento che lascia la vita di Ernesto Cardenal.
Ernesto Cardenal era diventato il più importante poeta centroamericano, ma lasciò un segno profondo come Ministro. Lui sarà una delle guide della Crociata di alfabetizzazione lanciata da suo fratello Fernando e riconosciuta come esempio mondiale dall’UNESCO: nel paese con il più alto tasso di analfabetismo della regione, oltre il 50% degli abitanti, 500.000 persone impararono a leggere e scrivere.
Cardenal continuò tutta la sua vita a dedicarsi agli ultimi proponendo l’arte come imprescindibile anche per chi soffre povertà e privazioni. Nel 1994, come tanti fondatori del movimento, ruppe con il sandinismo ormai diventato strumento di potere personale di Daniel Ortega. Nel 2014, Papa Francesco cancellò la sospensione a divinis che era stata inflitta ai tre sacerdoti nicaraguensi che furono ministri. Una riappacificazione a posteriori con la Chiesa e il recupero di un’esperienza ricchissima come quella della Teologia della Liberazione che rinnovò il cattolicesimo in America Latina spostandolo, per la prima volta in 500 anni, dalla parte dei poveri.
Fede e impegno, insieme ai laici, per una causa comune superiore. L’arte al servizio del cambiamento, inteso come diritto per tutti, senza distinzioni. Questo il principale insegnamento che lascia la vita di Ernesto Cardenal.
E' morto Ernesto Cardenal
Ciao ERNESTO
Ernesto Cardenal, sacerdote, poeta, mistico, con le radici ben piantate nella terra del popolo che chiedeva dignità, giustizia, diritti e liberazione.
Ha sofferto in questa chiesa cattolica ma non si è rivolto altrove, ha lottato fino alla fine, ha sbagliato e lo ha riconosciuto con la sua parola di denuncia e profezia, ha amato fino in fondo la vita, umiliato si è rialzato con dignità.
Disse, raccontando di sè: “Nessuno poteva saziarmi, solo Dio. Cosa che Dio sapeva, però io no”.
Riconobbe che "In tutta la natura ci sono le iniziali di Dio e che tutte le creature sono lettere d'amore di Dio per noi."
Anche tu sei stato una lettera d'amore a Dio, ai poveri, alla chiesa, al Vangelo.
Grazie e... a presto!...
... con una tua poesia
"Dietro al monastero, vicino alla strada
Dietro al monastero, vicino alla strada,
esiste un cimitero di cose consumate,
dove giacciono il ferro arrugginito, pezzi
di stoviglie, tubi spezzati, fili di ferro attorcigliati,
scatole di sigarette vuote, segatura
e zinco, plastica vecchia, copertoni rotti,
che aspettano come noi la resurrezione."
Ernesto Cardenal, sacerdote, poeta, mistico, con le radici ben piantate nella terra del popolo che chiedeva dignità, giustizia, diritti e liberazione.
Ha sofferto in questa chiesa cattolica ma non si è rivolto altrove, ha lottato fino alla fine, ha sbagliato e lo ha riconosciuto con la sua parola di denuncia e profezia, ha amato fino in fondo la vita, umiliato si è rialzato con dignità.
Disse, raccontando di sè: “Nessuno poteva saziarmi, solo Dio. Cosa che Dio sapeva, però io no”.
Riconobbe che "In tutta la natura ci sono le iniziali di Dio e che tutte le creature sono lettere d'amore di Dio per noi."
Anche tu sei stato una lettera d'amore a Dio, ai poveri, alla chiesa, al Vangelo.
Grazie e... a presto!...
... con una tua poesia
"Dietro al monastero, vicino alla strada
Dietro al monastero, vicino alla strada,
esiste un cimitero di cose consumate,
dove giacciono il ferro arrugginito, pezzi
di stoviglie, tubi spezzati, fili di ferro attorcigliati,
scatole di sigarette vuote, segatura
e zinco, plastica vecchia, copertoni rotti,
che aspettano come noi la resurrezione."
domenica 1 marzo 2020
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